Il numero risibile dei partecipanti alla ambiziosa protesta di ieri non lasciava ben sperare: l’operazione Tuono dell’ex generale Antonio Pappalardo che aveva l’obiettivo di “arrestare Mattarella” è ufficialmente fallita, come sancito sulla pagina ufficiale Facebook dei suoi Gilet Arancioni, che imputano il flop anche al vicequestore della Digos di Roma. Secondo i seguaci dell’ex generale palermitano, il funzionario non si sarebbe presentato in un non precisato “processo”, “accampando presunti indifferibili impegni di servizio”. Questo, secondo i pasdaran pappalardiani, avrebbe indotto il giudice a “rinviare il processo al 28 Aprile 2022 (per l’ennesima volta) quando il Sig. Mattarella non sarà più Presidente della Repubblica”.

Pappalardo, descritto su Facebook come “sgomento e indignato della giustizia italiana”, è stato ripreso da un suo simpatizzante mentre inveisce a briglie sciolte tra gli applausi di uno sparuto capanello di persone intorno a lui: “Quando la magistratura non decide, allora decide il popolo sovrano. Ma il popolo manca! È una vergogna. Andate a dirlo in giro, fate video e tutto: in Italia non c’è più giustizia. Ditelo agli italiani pecoroni e ai cialtroni che ridono per il nostro verbale di arresto. Voi, che deridete persone coraggiose che vogliono giustizia, siete cialtroni e buffoni. Voi, italiani pecoroni, che vi permettete di deridere gli unici che fanno azioni coraggiose e si espongono. È una cosa indegna. Dobbiamo essere forti e stare ancora più uniti, cari amici”.
Poi un inaspettato cedimento emotivo: “Se volete, pranziamo tutti insieme. È che certe volte ti senti solo“.

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