Un flash mob per sollecitare il governo Draghi a conferire la cittadinanza italiana allo studente di Bologna Patrick Zaki, dopo 20 mesi di detenzione arbitraria in custodia cautelare in Egitto e sotto processo perché accusato per gli articoli scritti per il sito libanese Daraj.
Questa l’iniziativa che, in vista della prossima udienza del 7 dicembre, si è svolta a Roma in piazza Santissimi Apostoli, come tappa conclusiva del viaggio di Marino Antonelli, il “camminatore” partito da Brescia il 20 settembre, un mese fa, proprio per sostenere la richiesta di cittadinanza italiana per Patrick Zaki, che rischia una condanna a 25 anni di carcere.
“In tutto ho percorso circa 990 chilometri, quando ho visto che la libertà di Patrick veniva continuamente compromessa, ho pensato che dovevo fare qualcosa”, ha spiegato. Con il supporto dell’associazione Station to Station, l’iniziativa, ribattezzata “Walking for Patrick“, a sostegno della petizione lanciata 8 mesi fa dal collettivo bolognese sulla piattaforma di petizioni online Change.org (e che ad oggi conta 278mila firme), ha voluto rilanciare la richiesta di cittadinanza per lo studente, rivolta verso l’esecutivo, dopo lo stallo seguito al voto in Parlamento sulle mozioni. “Il tempo è scaduto – hanno rivendicato da Station to Station – il governo conceda subito la cittadinanza italiana a Patrick Zaki”. In piazza esponenti del Pd, come Filippo Sensi, Andrea De Maria e la responsabile Esteri, Lia Quartapelle, oltre al portavoce di Amnesty Italia, Riccardo Noury. “Da Patrick è stato lanciato un appello urgente, ma non vediamo questo senso di urgenza né a Palazzo Chigi né alla Farnesina. Da anni chiediamo ai vari esecutivi di cambiare atteggiamento con il Cairo, ma si è proseguito nei buoni rapporti, con vertici ad alto livello e forniture di armi. Ma non è mai troppo tardi. Bisogna fare qualcosa prima delle prossima udienza: le condizione di Zaki sono sempre più precarie”, ha avvertito Noury.
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