Mazze e pannelle fanno i figli belli, come da vecchio adagio che solitamente ci azzecca. Invece oggi tutti natanti digitali, una generazione che cresce sospesa tra relazioni reali e virtuali. Potenzialmente talentuosi ma di fatto combinano poco. Un’educazione militare ai figli maschi aiuta a crescere. Dà il senso della disciplina, si diceva una volta..

Metti una sera a cena con Domenico Ciruzzi, avvocato penalista e Presidente Premio Napoli, e Antonella Esposito Gagliardi, avvocato esperta di diritto di famiglia, tutti facciamo parte della squadra “Loro di Monte di Dio”, un volumetto gioioso, un periscopio sulla strada più antica e più nobile di Napoli (Guida Editore). “Abbiamo un’eccellenza accademica sotto casa e ci siamo lasciati sfuggire il controllo dei figli”, sbotta Ciruzzi. Lui è stato al collegio della Nunziatella (ai nostri tempi, l’autorità genitoriale non si discuteva) e ammette: “Quello che sono diventato lo devo alla scuola e a quel senso, anche un po’ vecchio stampo, di appartenenza a un’istituzione”.

Io c’ero alla Nunziatella. Non come allieva. Ma su invito della Grande Festa delle Giornate Fai, la più prestigiosa manifestazione dedicata alla valorizzazione del patrimonio artistico e culturale che ha visto coinvolti oltre 5000 tra delegati e volontari FAI, tra cui, tantissimi giovani sottratti all’idiozia da smanettamento compulsivo. Sì, perché si può essere influencer anche andando alla (ri)scoperta di luoghi inaccessibili o poco conosciuti, tra dimora storiche private, giardini storici, abbazie sperdute e aree naturalistiche. sparsi per 300 città italiane.. Come ha ricordato Michele Pontecorvo Ricciardi, patron della Ferrarelle e Presidente FAI Campania che, nella Sala d’Onore della Nunziatella, in mezzo a un ventaglio di soldatini in alta uniforme, nel presentare i nuovi Gruppi di volontari Fai, tutti giovanissimi, operativi su Capri, Sorrento e Vesuvio: “Perché tutti siamo chiamati alla responsabilità di preservare e tutelare”, aggiunge Pontecorvo, tra l’altro Presidente anche del Premio Malaparte.

Tre anni fa, come curatrice della mostra “One Planet, One Future“ allestita a Castel dell’Ovo, chiesi di essere accompagnata da un gruppo di volontari del Parco Nazionale del Vesuvio su quello che Leopardi chiamava l’altro dorso profumato di ginestre. Per trovarci invece una discarica a cielo aperto di alluminio e rifiuti tossici vicino a una filiera di piante di nocciole. Nocciole che una volta raccolte finiscono sulla nostra tavola. Mi accompagnò mio figlio che davanti alla devastazione spettrale di 900 ettari di bosco incenerito esclamò: “Sb”. Sorrido amaro.
Michele, quanto ci sarebbe da dire, quanto ci sarebbe da fare. Intanto ci vorranno 30 anni perché il Vesuvio torni ad avere quella foresta andata in fumo nell’estate rovente del 2017.

Altro Itinerario speciale della due giorni Fai, appena conclusa, è quello dedicato alla Capua Sacra, l’Alberata aversana a Cesa è una meraviglia nascosta, una passeggiata tra piante secolari, viti maritate da vendemmia “eroica”. Ritorniamo sul promontorio di Pizzofalcone (dove i nostri reali andavano a caccia di falchi). Importanza storica quella della Nunziatella con vista spalancata su golfo, con la Chiesa cinquecentesca decorata da affreschi di puttini regi ad opera di Giuseppe Sanmartino, lo scultore del Cristo Velato. E poi c’è un’altra gemma svelata, il museo con antiche onorificenze, stemmi, stendardi, pastori settecenteschi e reperti archeologici degni di un Mann (Museo archeologico nazionale).
Mio figlio questa volta non c’era, era a fare surf.
Ditemi voi, non sarebbe stato meglio iscriverlo alla Nunziatella.
pagina Facebook Januaria Piromallo

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