di Antonella Galetta

Da luglio scorso – e fino al 20 ottobre – si stanno raccogliendo le firme per il referendum abrogativo contro la caccia, nelle piazze d’Italia e nei Comuni di residenza, da settembre anche on line. La proposta è arrivata da due Comitati: “Ora rispetto per tutti gli animali” e “Sì aboliamo la caccia”. Ogni Comitato raccoglie le firme in autonomia con quesiti diversi tra loro.

È un dato di fatto che a differenza degli altri referendum (cannabis ed eutanasia), quello sulla caccia non stia avendo nessuna visibilità da parte dei media sebbene, secondo un sondaggio del Ministero del Turismo di qualche anno fa, l’80% degli italiani sia favorevole ad abolirla. Ringrazio ilfattoquotidiano.it che ha scritto alcuni articoli su questo argomento questa estate, contrariamente agli altri quotidiani.

Nemmeno il mondo politico questa volta è sceso al fianco dei Comitati per sponsorizzare la raccolta firme, tranne alcuni parlamentari dei cinquestelle che autonomamente e grazie alla loro sensibilità si sono organizzati nei banchetti. Sono invece nati gruppi di lavoro di volontari per collaborare con i comitati.

Io sono un’educatrice ambientale e mi sono fatta da subito molte domande sulla scarsa informazione che sarebbe importante per raggiungere le 500mila firme ed arrivare al risultato. Forse non ci si vuole mettere contro le lobby della caccia e delle armi? E di ciò che ruota intorno a questo business? Questa volta, rispetto al 1990, quando mancarono un pugno di voti per raggiungere il quorum, non ci sono le grandi associazioni animaliste ed ambientaliste. Chissà, forse perché i due Comitati sono poco conosciuti?

Rimangono ancora circa dieci giorni per raccogliere le firme. Io come ambientalista ho pensato che questa è un’opportunità unica per salvare milioni di animali che – solo in Italia – ogni anno vengono uccisi. Come se non bastasse anche molti umani restano vittime di incidenti (nel 2020 ben 14 morti e 48 feriti).

Già solo questi dati fanno capire quanto inutile e dannosa sia la caccia nei nostri boschi e sui terreni privati, grazie alla strana Legge 842 del Codice Civile che verrebbe abolita se si votasse uno dei tre quesiti proposti dal referendum. Vi sembra giusto che, nella nostra società civile, un uomo armato possa sparare all’interno della nostra proprietà? A me pare una follia.

Altra riflessione, con il cambiamento climatico gli incendi boschivi, soprattutto al sud (in Sardegna un mese fa in due settimane sono andati in fumo 20mila ettari di bosco) stanno decimando chissà quanti animali selvatici. Nonostante ciò, la caccia a settembre in Sardegna, Calabria e Puglia è stata regolarmente aperta. Mi auguro che in Italia una parte dei soldi del Pnrr vengano spesi per prevenire incendi e calamità naturali perché chi ci rimette di più sono proprio gli animali indifesi.

Wwf ricorda che la legge vieta per dieci anni di sparare nelle Regioni colpite da incendi… ma questa è un’altra storia. Tali catastrofi naturali stanno dimezzando gli animali selvatici e alcune specie saranno sempre più vulnerabili, ma pochissimi esperti affrontano questi argomenti in tv e sui giornali.

Ultimamente in campagna elettorale giravano filmati di cinghiali in alcune città, senza spiegare il vero motivo della crescita di questa specie: l’introduzione di varietà prolifiche dall’estero per favorire la riproduzione e l’uccisione delle matriarche. Purtroppo pochi sanno che alcuni cacciatori usano metodi vigliacchi (vietati) per cacciare piccoli uccelli, per esempio usando richiami ingannevoli. Altri usano i cuccioli di volpe in gabbie nascoste, lasciati lì per giorni senza mangiare, per catturare la madre.

Non possiamo continuare a distruggere la fauna, che è un bene comune, per favorire un numero esiguo di “sportivi” della caccia. Per giunta da maggio 2021 – grazie ai cinquestelle – è stata votata in Costituzione la legge che tutela la biodiversità. Vi invito quindi – se volete che i vostri figli possano in futuro ancora godere della bellezza degli animali – a firmare per l’appello referendario.

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