Sono più di 30 i feriti causati dal violento terremoto che ha colpito Tokyo nella tarda serata di ieri, causando un lungo blocco dei trasporti cittadini e interruzioni alla fornitura idrica in alcune aree della capitale, oltre a parziali blackout elettrici. Subito dopo il sisma di magnitudo 5.9, rivisto al ribasso dal 6.1 dall’Agenzia meteorologica giapponese (Jma), le principali linee ferroviarie e il sistema della metropolitana sono state sospese causando lunghe code dei passeggeri alla ricerca di metodi di trasporto alternativi. L’ultima volta che si è registrato un sisma di tale intensità nella capitale nipponica è stato nel marzo 2011, la data della catastrofe di Fukushima, che causò il successivo tsunami lungo la costa nordorientale dell’arcipelago. Tra i feriti di ieri c’è una donna che ha battuto la testa dopo l’arresto improvviso del treno su cui viaggiava, riferisce la polizia; altre tre persone hanno riportati lievi contusioni dopo il parziale deragliamento di un treno su una linea locale nel comune di Adachi. Sebbene il terremoto sia stato avvertito intensamente a Tokyo, i sismologi avvertono che il tumulto non è comparabile al sisma dato per probabile nei prossimi 25-30 anni, di proporzioni più devastanti e con ingenti perdite di vite umane. Il Giappone è situato nella Cintura di fuoco del Pacifico, una fascia geografica dove le placche oceaniche convergono e scivolano sotto le placche continentali, e nella quale si calcola che avvenga il 90% dei terremoti mondiali. Nella regione si trovano anche i tre quarti di tutti i vulcani del pianeta, attivi e inattivi, disseminati lungo le coste del Pacifico.

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