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Allarme “terrorismo spermatico” in Corea del Sud: 44 episodi in due anni, ecco cosa sta succedendo

Si tratta di una vera e propria, anche se rara, forma di aggressione fisico-psicologica dove uomini eiaculano il proprio sperma su oggetti appartenenti a donne: i capi più clamorosi sono due e sono stati riportati perfino dal Guardian

di Davide Turrini

In Corea del Sud è allarme “terrorismo spermatico”. Avete letto bene. Si tratta di una vera e propria, anche se rara, forma di aggressione fisico-psicologica dove uomini eiaculano il proprio sperma su oggetti appartenenti a donne. La rivista coreana The Women’s News ha presto fatto i conti: tra il 2019 e il 2021 si sono registrati 44 casi giudiziari inseriti nella casella “terroristi dello sperma”, cifra che sembra andare un tantino oltre la bravata di qualche singolo inopportuno eiaculatore. I capi più clamorosi sono due e sono stati riportati perfino dal Guardian. Nel 2019 un uomo ha volontariamente “sporcato” le scarpe di una donna con il proprio sperma e ha dovuto pagare una multa di 500mila won (435 dollari). Un altro caso ancor più eclatante riguardo un tizio che è stato condannato a tre anni di carceri.

L’uomo ha dovuto rispondere di diverse accuse, ma sostanzialmente aveva aggiunto lassativi, afrodisiaci e anche il proprio sperma nei caffè che ogni giorno portava ad una collega di lavoro. Il gesto è stato però compiuto per almeno 54 volte. Oramai questa pratica criminale viene perseguita, e questo dovrebbe mettere la parola fine ad una assurda e umiliante abitudine. Invece, il problema in qualche modo permane perché non esiste una norma specifica che sanzioni il colpevole di reato sessuale. Infatti, nei due casi citati i colpevoli sono stati condannati con l’accusa di “danno alla proprietà” il primo, mentre nel secondo caso non è stata comunque stabilita alcuna violenza sessuale forzata.

Tanto che proprio a maggio 2021 ecco l’ultima clamorosa condanna. Una multa da 2500 dollari ad un impiegato statale che aveva eiaculato nel bicchiere del caffè della sua collega per sei volte nel corso di sei mesi. I giudici però non hanno riconosciuto alcun crimine sessuale ma, come riporta il Guardian, hanno ritenuto che le sue azioni “rovinassero” l’utilità del contenitore, ovvero il bicchiere di plastica. La vittima del caso del bicchiere di caffè è stata umiliata sessualmente, ma non è stato considerato un crimine sessuale perché non è stato visto come un contatto fisico diretto”, ha spiegato Baek Hye-ryun, parlamentare del partito democratico al potere in Corea del Sud che sta cercando di cambiare la legge: “Accusando l’autore di “danno alla proprietà”, si è ritenuto che il suo atto avesse violato l’utilità del bicchiere”. Baek ha recentemente presentato un disegno di legge all’assemblea nazionale che cerca di ampliare la portata dei crimini sessuali punibili per includere il contatto non fisico attraverso la consegna di oggetti o sostanze che causano vergogna sessuale.

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