Fra le ore notturne e l’alba sono arrivati a Lampedusa circa 400 migranti con 14 barchini, alcuni dei quali sono riusciti ad approdare sulla terraferma. Quindici tunisini, fra cui una donna e 4 minori, sono stati bloccati dai finanzieri a molo Madonnina. In ordine di tempo, gli ultimi a sbarcare a molo Favarolo sono stati 82 provenienti da Bangladesh, Sudan ed Egitto. Il gruppo – partito due giorni fa da Zuwara, in Libia – è stato rintracciato e soccorso dalla motovedetta Cp 319 della Guardia costiera. Nelle ultime ore si è aggiunto un nuovo barchino (totale 15). Un uomo e una donna sono caduti in mare durante le fasi di trasbordo dall’imbarcazione alla motovedetta della Finanza e sono stati subito ripescati.

Dopo un primo triage sanitario effettuato direttamente in banchina, i migranti sono stati trasferiti all’hotspot di contrada Imbriacola dove sono presenti oltre 786 persone. All’alba del 2 ottobre, dopo una diversi trasferimenti, ce n’erano invece 180. La nave quarantena Atlas è ormeggiata a Cala Pisana e ha 440 posti disponibili, mentre sulle coste di Lampedusa c’è ancora la “Allegra”. Servirà un po’ di tempo perché i migranti, ospiti dell’hotspot, vengano sottoposti al tampone rapido per il Covid-19. Dopo la diagnosi e le procedure di pre-identificazione – su disposizione della Prefettura di Agrigento e del Viminale – inizieranno i nuovi trasferimenti e gli imbarchi sulle navi quarantena. Insieme ai tunisini è sbarcata anche anche una pecora: è già stato avvertito il servizio veterinario dell’Asp di Palermo. Ora l’animale si trova nel centro di prima accoglienza, che ospita al momento 776 persone, insieme alla famiglia marocchina che l’ha portata in Italia e che non intende abbandonarla. L’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente AIDAA ha dato la sua disponibilità ad “adottare” l’animale.

Proprio il 3 ottobre è la ‘Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione’: si ricorda il 3 ottobre 2013, quando affondò un’imbarcazione carica di migranti e nel naufragio morirono 368 persone. “Oggi, 3 ottobre, è la giornata della memoria e dell’accoglienza. Siamo insieme agli studenti di tutta Europa per ricordare queste vittime, sono nate invisibili e sono morti invisibili. Non ci stancheremo mai di continuare, da questa isola, a chiedere alla comunità internazionale a dare risposte concrete”. Lo ha detto Tareke Brhane del Comitato 3 ottobre, l’associazione nata per commemorare le vittime del naufragio. Nell’incidente, a largo della costa di Lampedusa, morirono 368 persone. Da allora – secondo quanto rendono noto dal comitato 3 ottobre – oltre 22mila sarebbero morti nel Mediterraneo. “Non ci stancheremo di ricordarle, non ci stancheremo di ricordare a tutti che queste persone sono esistite, avevano fratelli, figli, genitori che li piangono” – ha aggiunto Tareke Brhane. Per la commemorazione di quest’anno non c’è stata nessuna marcia lungo le strade dell’isola. Questa notte c’è stato un momento di raccoglimento – alle 3,15, orario del naufragio del 2013 – con gli studenti. Al momento è in corso una preghiera a Porta d’Europa dove verrà inaugurato il restauro del monumento. Presente l’arcivescovo di Agrigento, Alessandro Damiano, l’imam di Catania e il presidente della comunità islamica Mussie Zerai, l’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza del Parlamento Europeo Maria Arena, il vice presidente della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni del Parlamento Europeo Pietro Bartolo. Fra poco, come da tradizione, verrà deposta in mare una corona di fiori, alla presenza delle istituzioni, dei pescatori e dei superstiti.

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