L’Italia maglia nera in Europa per la disoccupazione di lungo periodo. Il primato negativo emerge dall’ultimo rapporto Eurostat, nel quale si mostra come nel nostro Paese siano ben 1,13 milioni le persone in cerca di lavoro da più di 12 mesi: si tratta del numero più alto tra i singoli Stati dell’Unione oltre che di una cifra pari da sola a quasi un quinto del dato complessivo registrato in tutto il continente, pari a 5,3 milioni. Il tutto nonostante nel 2020 la pandemia abbia favorito una riduzione del fenomeno, che nel 2019 coinvolgeva 1,4 milioni di individui, portando oltre 270 mila aspiranti lavoratori ad abbandonare la ricerca di un impiego e a uscire così dal calcolo.

Stando allo studio, la situazione è difficile soprattutto al Sud e nelle isole. In quest’area i disoccupati di lunga durata nel 2020 erano 695 mila, in calo sugli 834 mila dell’anno prima ma comunque molto più numerosi di quelli dell’intera Germania, pari nel medesimo periodo a 489mila. E il confronto diviene ancora più impietoso se si pensa che sul suolo tedesco, nell’anno della pandemia, il numero di disoccupati da più di 12 mesi non solo si è ridotto, ma lo ha fatto nonostante le persone gli individui in cerca di lavoro siano aumentati da 1,3 a oltre 1,6 milioni, ampliando la base di calcolo. Non solo: considerando che per Berlino le persone occupate sono state 40,5 milioni contro i circa 4 milioni del Meridione, si può constatare come, in sostanza, i tedeschi abbiano registrato un disoccupato di lungo periodo ogni 100 occupati mentre al Sud ve ne sia stato uno ogni dieci.

Proseguendo nel raffronto, mentre per la Germania i disoccupati di lunga durata sono meno del 30% dei disoccupati complessivi, pari a 1,6 milioni, in Italia valgono il 51,5% del totale: erano il 56% del 2019. Se invece si guarda alla percentuale sulla disoccupazione e non alla massa di disoccupati di lungo periodo, la Grecia fa peggio del nostro Paese con quasi due disoccupati su tre che sono fermi da almeno un anno, per la precisione il 66,5%.

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