Mai più casi Salernitana. La FederCalcio ha deciso: da oggi le multiproprietà sono vietate. Nessun presidente potrà avere più due squadre professionistiche. E chi le ha già, dovrà venderne una entro la stagione 2024/2025. Significa che la famiglia De Laurentiis ha due anni e mezzo di tempo per cedere il Bari (o il Napoli, questione di scelte). E lo stesso vale anche per Hellas Verona/Mantova detenute dal patron Setti, unico altro caso ancora esistente. Come anticipato da ilfattoquotidiano.it lo scorso luglio, la Figc ha varato una riforma a suo modo storica: si chiude l’era delle multiproprietà, l’enorme equivoco creato nel lontano 2012 e nascosto come la polvere sotto il tappeto per anni, prima che i nodi venissero al pettine con la recente promozione della Salernitana, che tanti problemi ha causato (e continua a causare, se consideriamo che Lotito ha tempo fino al 31 dicembre per cedere definitivamente il club, altrimenti la Serie A si ritroverà con una squadra in meno da gennaio). Fino ad oggi, infatti, il regolamento stabiliva il divieto di possedere due club fra i professionisti, a meno che uno dei due non salisse dai Dilettanti. La deroga di cui ha beneficiato per anni Lotito a Salerno, e più di recente anche De Laurentiis a Bari. Permaneva solo il veto sulla stessa categoria, la circostanza che si è venuta a creare quest’estate con i campani e che ha costretto la Figc ad accettare la fantasiosa formula del trust, con cui il patron della Lazio si è impegnato a vendere l’altro club entro fine anno.

Proprio quella vicenda è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e ha convinto il presidente federale Gabriele Gravina ad intervenire. Nella maniera più radicale possibile: vietare tutte le multiproprietà, quelle future ma anche e soprattutto quelle passate. E qui il pensiero corre subito al Bari di De Laurentiis, la prossima bomba ad orologeria destinata inevitabilmente ad esplodere, soltanto ritardata dalle difficoltà che i pugliesi hanno fin qui incontrato in Serie C. La Figc è determinata a disinnescarla per tempo e così la nuova norma appena approvata introduce un divieto assoluto, con una fase transitoria che durerà fino alla stagione 2024/2025 per risolvere le situazioni in essere. La pena è pesantissima: mancata ammissione al campionato e ripartenza dalla terza categoria per l’ultimo club acquisito (cioè rispettivamente Bari e Mantova). Dunque dopo Lotito anche De Laurentiis sarà costretto a scegliere e a liberarsi di una delle sue creature. In teoria.

Nella pratica però c’è una bella differenza rispetto a quanto accaduto con la Salernitana. In quel caso, il divieto di partecipazione allo stesso campionato era noto da tempo e dunque Lotito non ha potuto che adeguarsi alle regole. Qui invece il provvedimento della Federazione è in un certo senso retroattivo, perché va a cambiare le carte in tavola. E se da un punto di vista sportivo è assolutamente condivisibile, sul piano civilistico il discorso potrebbe essere diverso: di fatto, si costringe un proprietario a vendere un suo bene. Anche per questo, per una questione di buon senso e per provare ad evitare pericolosi bracci di ferro, la Figc ha concesso un lasso di tempo molto largo, due anni e mezzo. La domanda però resta: cosa ne penserà De Laurentiis, da sempre imprevedibile nelle sue reazioni? Accetterà di vendere il Bari (o perché no, il Napoli) oppure si metterà di traverso? In Figc si dicono sereni (ma non troppo): “Con le regole attuali c’è il rischio reale di far morire il calcio in una città importante, come abbiamo visto a Salerno. Per questo credo che sia la decisione giusta e me ne assumo la responsabilità”, spiega Gravina.

Twitter: @lVendemiale

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