“Il convoglio è troppo affollato, aspettate il prossimo”. Così il capotreno ha fatto scendere la maggior parte dei passeggeri di un convoglio di Trenitalia diretto ad Arezzo. Il mezzo si è fermato, in aperta campagna, nella stazione di Ponticino, l’ultima prima di arrivare in città e i pendolari – tra cui tanti studenti minorenni – hanno dovuto attendere quello successivo, in ritardo di 25 minuti. Sui social ora infuriano le proteste.

L’omnibus 18739 era partito da Firenze Santa Maria Novella alle 6.24 per arrivare ad Arezzo poco prima delle 8.00. Ha incominciato a raccogliere lavoratori e giovani diretti a scuola a tutte le fermate, prima nel Fiorentino e poi nel Valdarno. Alla stazione di San Giovanni si sono aggiunti anche i pendolari che di solito prendono il regionale veloce, che però ieri mattina aveva accumulato mezz’ora di ritardo. La ressa è poi man mano cresciuta con le successive fermate, Montevarchi e Bucine. Finché a Ponticino, nel Comune di Laterina-Pergine gli addetti si sono resi conto che la situazione era irregolare: “Siamo oltre la soglia di riempimento dell‘80%, consentita per le carrozze” hanno spiegato. Poi hanno accompagnato tutti coloro che erano rimasti pigiati in piedi nel piazzale della stazione, non molto attrezzata per ospitare una folla: “Ci spiace, ma dovete aspettare il prossimo treno”. Eccezionalmente il diretto – per cui era stato annunciato il ritardo – si è fermato anche a Ponticino.

Nessuno contesta l’affollamento del treno locale – ben oltre i posti disponibili -, ma i pendolari – raccolti in vari comitati, tra cui quello del Valdarno – lamentano la mancanza di misure preventive: solo “dopo un viaggio allucinante il capotreno-sceriffo adotta la procedura anti Covid” si legge in un post su Facebook. Infatti la salita dei passeggeri – per i quali il green pass non è obbligatorio – non è stata impedita alle fermate precedenti, quando ancora la situazione non era critica. Lo stesso disagio si ripete ogni anno all’inizio delle scuole ed è stato peggiorato dalle regole di distanziamento. La beffa per tanti è stata poi che – sia sui vagoni colmi sia nel piazzale di Ponticino – sia stata elogiata più volte l’efficienza delle misure speciali adottate della Regione Toscana e da Trenitalia per contenere il virus. “Così non possiamo andare avanti. O mettono più treni, oppure trovano altre soluzioni, magari con carrozze più capienti – hanno dichiarato alcuni studenti al Corriere di Arezzo – Alcuni miei compagni che erano in piedi sono dovuti scendere e per puro caso non hanno fatto tardi a lezione”.

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