Scintille negli studi di “In Onda” (La7) tra i conduttori Concita De Gregorio e David Parenzo nel corso dell’intervista al ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
Il dibattito, dopo aver toccato la questione dell’Afghanistan e la situazione attuale del M5s, si incentra sul green pass e sul documento critico firmato da alcuni docenti universitari in merito al certificato verde.

De Gregorio chiede a Di Maio perché il governo non opti per l’obbligo vaccinale, anziché insistere su una misura definita dai più ‘ipocrita’.
“Guardi, l’ha detto oggi il ministro Speranza – risponde Di Maio – Ci sarà ancora qualche altra settimana di riflessione. Ma se la comunità scientifica ci dirà che il green pass non basta, servirà l’obbligo vaccinale“.

De Gregorio obietta: “Ma il green pass da solo non serve a niente, è solo un incentivo alla vaccinazione. È uno strumento di controllo, non di cura. Il vaccino previene la malattia, il green pass controlla se sei vaccinato. Il governo si deve assumere le responsabilità”.
“Da quando abbiamo messo il green pass, la curva sta scendendo”, ribatte Di Maio.
La giornalista sembra spazientirsi: “Sì, ma perché le persone non vogliono il green pass? Non lo vogliono perché il green pass stabilisce una differenza tra chi si è vaccinato e chi no”.
“E per forza”, commenta Parenzo, che concorda con le argomentazioni di Di Maio.
Non sto parlando con te ma con lui, ok? – insorge De Gregorio – Chi non si è vaccinato dice: ‘Finché non ci obbligate, siamo liberi di non fare il vaccino’. E aggiunge che il green pass è uno strumento ipocrita. Cioè concettualmente non ci può essere confusione tra vaccino obbligatorio e green pass. Questo lo dico anche a te, David”.

Parenzo non replica, ma Di Maio ribadisce l’utilità del green pass. E aggiunge: “Il green pass è richiesto in alcuni luoghi, perché abbiamo fatto una operazione graduale. E l’abbiamo fatta perché è dimostrato che in alcuni luoghi ci si contagia di più e in altri meno. Sembra quasi che qualcuno tra i no vax stia sperando che ci sia l’obbligo vaccinale per protestare di più. Ma di cosa stiamo parlando?”.
“No, ministro, non è così”, risponde De Gregorio.

Il ministro non ci sta: “Io voglio avere il diritto di dire che, per salvare la vita del popolo italiano che io rappresento, devo introdurre delle misure al fine di evitare i contagi. E soprattutto per evitare che la sanità si congestioni e che costi di più, perché poi il lusso di essere un non vaccinato è che noi vaccinati, a causa sua, paghiamo pure di più sulla sanità“.

Parenzo tira le fila della discussione, sottolineando: “Io concordo con lei. Come si evince, non sono d’accordo con Concita De Gregorio, ma per fortuna siamo in democrazia“.
E la giornalista, visibilmente innervosita, controbatte: “Ma io non ho un’opinione. Io faccio un mestiere che è quello del giornalista. Il giornalista fa delle domande e ascolta le risposte. In questo caso vi dico che ci sono molte persone che fanno delle domande. E queste domande hanno il diritto di avere delle risposte. Non serve a niente criminalizzare chi fa le domande. Ecco, solo questo volevo dire”.

“I no vax hanno tutto il diritto di esserlo a casa mia”, replica Parenzo.
“Ma non è questa la questione – insorge De Gregorio – Il professor Alessandro Barbero ha tutto il diritto di dire una cosa. Qualcuno gli risponderà”.
“Ma nessuno vuole censurarlo”, chiosa Di Maio.

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