Un uomo di origine filippina è morto sul posto di lavoro, nel porto di Livorno. Si tratta di un marittimo di 55 anni, deceduto dopo essere stato colpito da un cavo di acciaio durante le operazioni di disormeggio di una nave. Era impegnato in operazioni di disormeggio quando uno dei cavi che assicuravano la nave alla banchina si è improvvisamente spezzato creando un effetto frusta che ha colpito il marinaio al torace. Il 55enne, imbarcato come marinaio a bordo della M/N Melingunis M battente bandiera italiana, è stato soccorso dal 118, che è intervenuto con un’ambulanza: nonostante i tentativi di rianimazione, però, non c’è stato niente da fare. Al medico non è rimasto che constatarne il decesso. Sul posto anche polmare e capitaneria di porto. Il fatto è avvenuto intorno alle 12. I militari della Guardia Costiera e la Polmare hanno intanto eseguito i primi accertamenti per fornire supporto al magistrato di turno che – arrivato sul luogo dell’incidente insieme al personale del Dipartimento di prevenzione, igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro di Livorno per le prime verifiche – ha disposto in via precauzionale il fermo della petroliera ormeggiata alla darsena Petroli del porto e in procinto di partire per Genova.

Intanto i sindacati annunciano due ore di sciopero per tutti i lavoratori e il personale marittimo del porto di Livorno “in segno di protesta e nel rispetto della vita persa nel tragico incidente mortale. Sui luoghi di lavoro”, proseguono i sindacalisti, “si muore più che in ogni altro luogo. Un’altra vita consumata in una manciata di secondi. Ci chiedono più tempo, più flessibilità, ma a nessuno sembra interessare come farci tornare vivi alle nostre case, dai nostri cari. Di lavoro si continua a morire”, chiudono.

“La sicurezza nei luoghi di lavoro deve essere un obiettivo primario delle amministrazioni, della politica e dei datori di lavoro”, hanno commentato Il sindaco Luca Salvetti e l’assessora al Porto, Barbara Bonciani. “È necessario destinare risorse e tempo ai temi della sicurezza affinché episodi così tragici cessino definitivamente. Ancora più importante è non abbassare la guardia per non compiere errori che possano risultare fatali”. Sull’episodio si esprime anche il presidente della Regione Eugenio Giani: “Esprimo la mia vicinanza e solidarietà alla famiglia, e nello stesso tempo il dolore per questo ennesimo incidente mortale sul lavoro. Per la Regione Toscana, che da anni mette in atto tutte le azioni possibili per fare lavorare in sicurezza i lavoratori e proteggerli dagli infortuni, eventi come quello di oggi sono un duro colpo, che ci impone di fare ancora di più e di continuare a diffondere la cultura della sicurezza, perché diventi patrimonio comune di tutti”. Gli fa eco l’assessore toscano al diritto alla salute Simone Pezzini: “Da anni lavoriamo, insieme alla Asl e all’Autorità portuale, in questa direzione, coinvolgendo i datori di lavoro, i lavoratori, gli stessi responsabili per la sicurezza, definendo procedure di lavoro condivise in grado di garantire una maggiore sicurezza, intensificando i controlli e facendo formazione. Evidentemente questo non basta. È indubbio che dovremo rafforzare le misure di prevenzione”, prosegue Pezzini. “I primi di ottobre firmeremo il protocollo, già deliberato in agosto, per la sicurezza del lavoro nel porto di Livorno e negli stabilimenti industriali dell’area portuale e rafforzeremo ancora di più la collaborazione tra le parti. La qualità della salute dei lavoratori e della loro sicurezza rimane la nostra priorità”.

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