Silvio Berlusconi? “Non è un santo, era sicuramente un personaggio ambiguo, ma fin quando non scese in campo in politica non prese un solo avviso di garanzia”. Parola di Simone Uggetti, l’ex sindaco di Lodi, recentemente assolto in appello per turbativa d’asta dopo la condanna a dieci mesi in primo grado. L’ex primo cittadino, dunque, ha voluto sottolineare come la magistratura non si sia interessata al leader di Forza Italia prima del suo impegno in politica. Un’affermazione che non corrisponde al vero: già nel 1990, quattro anni prima l’elezione a Palazzo Chigi e tre dalla fondazione di Forza Italia, l’ex cavaliere fu dichiarato colpevole dalla corte d’Appello di Venezia di aver giurato il falso davanti ai giudici, a proposito della sua iscrizione alla P2: quel reato, però, era stato amnistiato nel 1989.

Sei anni prima, nel 1983, il nome dell’uomo di Arcore era stato segnalato dalla Guardia di Finanza in un’inchiesta su un presunto traffico di droga con la Sicilia, poi archiviata. Tutte informazioni che evidentemente Uggetti non conosce. “Il centrosinistra deve fare una riflessione perché ha veicolato una battaglia politica di tipo giudiziario e a volte anche con sfumature giustizialiste, ma si doveva combattere Berlusconi sui temi della politica: è stato un premier scarso e mediocre”, ha detto l’ex primo cittadino del Pd a un dibattito organizzato alla Festa dell’Unità di Lodi. L’evento s’intitolava: “Il futuro delle nostre comunità, storie di sindaci tra impegno e responsabilità”. Argomento delicato, visto che si pone come obiettivo quello di ragionare sui rischi che corrono i primi cittadini di finire sotto inchiesta amministrando i comuni. Un esempio? Stefania Bonaldi, esponente del Pd e sindaca di Crema, che ha ricevuto un’informazione di garanzia perché un bambino in un asilo della sua città si era chiuso le dita in una porta. “Il sindaco dovrebbe rispondere delle scelte di indirizzo politico, mentre ai tecnici spetta la responsabilità gestionale”, ha detto Bonaldi, presente all’evento.

Il dibattito, però, è scivolato subito su altro: dai sindaci sotto inchiesta per casi simili a quello di Bonaldi si è passato a parlare di Berlusconi. Federico Pizzarotti, sindaco di Parma ed ex dei 5 stelle, ha sostenuto che su Berlusconi “tante volte si trattava di casi che entravano sul personale. I casi più eclatanti rispetto a possibili situazioni di evasione o altro passavano in secondo piano, mentre oggi ci ricordiamo tutti Ruby nipote di Mubarak“. L’ex 5 stelle si è scagliato poi contro l’Anac: “E’ un invenzione di cui tutti noi faremmo a meno, dà opinioni e contro opinioni a suo gusto e non riesci neanche a fare appello” .

Più generale l’intervento di Mattia Palazzi, sindaco di Mantova già indagato e archiviato, secondo il quale è da 30 anni che in questo Paese si respira una brutta aria e non mi sembra che le cose stiano migliorando”. Il riferimento implicito è chiaramente a Tangentopoli, subito raccolto da Giorgio Gori, sindaco di Bergamo che spiega come sia “giusto porre la freccia sul 1992“. Per l’ex top manager di Fininvest, poi passato in politica con Matteo Renzi, Mani pulite ha alterato il rapporto tra politica e magistratura: “Se prima succedeva che la magistratura era sottomessa alla politica, e quindi i politici potevano aggiustare i processi, da quel momento io credo che il rapporto sia squilibrato nell’altro senso. C’è una subalternità“.

(ha collaborato Fabio Abati)

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