“La strage di Bologna, come quelle che si sono susseguite negli anni della cosiddetta “strategia della tensione’, è un fatto opaco e oscuro, sordo, perché è mosso dal nichilismo: ha bisogno di dilaniare il corpo dell’altro, cittadino comune, innocente, e con lui dilaniare quello che un’espressione inglese chiama ‘body politic’, l’unità politica e democratica di un popolo che si riconosce in una nazione. Quello del 2 agosto 1980 fu un attacco all’intero popolo italiano e al cuore della Repubblica”.

Lo ha detto, in un passaggio del suo intervento alle commemorazioni della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, il ministro della Giustizia, Marta Cartabia. “La violenza vuole provocare odio, rabbia, altra violenza – ha argomentato -: è una grande legge della storia umana e il nostro presente non ne va esente. È una possibilità che ci riguarda tutti, anche oggi. Le forme cambiano, le modalità si trasformano; ma anche nella cultura del nostro tempo l’odio cieco, incapace di comunicare, genera nemici senza nome, o ne cambia il nome, storpiandolo, per provocare una maggiore umiliazione e un più definitivo annientamento”.

A giudizio di Cartabia, “dove ci si sottrae al confronto, il conflitto si trasforma in dissidio incomponibile, avvolto in un’atmosfera incandescente preda della logica amicus-hostis, amico-nemico. L’atto di terrore riduce l’altro a un silenzio di morte. Siamo qui, oggi, invece per rinnovare pienamente la memoria e il valore delle persone che sono morte, di quelle che sono state lacerate nella carne, dei loro famigliari: c’è bisogno di una parola che dia senso a tutto questo – ha concluso – e c’è bisogno di una parola di giustizia”.

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Strage di Bologna, i fischi del treno precedono il minuto di silenzio: dalla piazza l’applauso in ricordo delle vittime – Video

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