Ancora non ci credo”, questo è riuscito a dire Alessandra Perilli, dopo aver conquistato il bronzo nel Trap femminile in una gara piena di colpi di scena. È arrivata a giocarsi i tre posti sul podio contro Zuzana Rehák-Štefečeková, slovacca, rappresentante di un Paese di 49.000 chilometri quadrati per più di cinque milioni di abitanti, e l’americana Kayle Browning, rappresentante di un Paese che domina in questo sport, di 9.834.000 chilometri quadrati per circa 330 milioni di abitanti. Perilli partecipa per San Marino, Paese di 61 chilometri quadrati per 33mila abitanti. In questi numeri c’è già la grandezza dell’impresa di Perilli.

Per la Serenissima Repubblica è la prima medaglia alle Olimpiadi, un evento davvero storico per uno dei Paesi più piccoli al mondo ad aver conquistato un alloro olimpico. La storia di San Marino ai Giochi Olimpici inizia a Roma 1960, mentre la prima apparizione alle Olimpiadi invernali risale a Innsbruck 1976. Tra i vari atleti che hanno rappresentato San Marino ai Giochi, da ricordare Giuseppina Grassi nell’atletica che, anche per la non troppa concorrenza faceva un po’ di tutto, tanto è vero che ha stabilito il record nazionale sia nel salto in alto con 1,76, sia nei 400 ostacoli con 1’05″3 e Diego Mularoni, anche lui capace di svariare nel nuoto, in quanto ha partecipato ai 100 stile libero ad Atlanta 1996 e poi ai 1500 metri nell’edizione di Sydney 2000.

Nel 2012 poi arriva Alessandra Perilli e la musica per il Comitato Olimpico del Titano cambia. Si inizia a sentire odore di medaglia. Perilli è nata a Rimini, ma vive a Borgo Maggiore. Si avvicina al tiro al volo per osmosi familiare. Il padre è Claudio Perilli, campione italiano di fossa olimpica e per anni in Nazionale. La prima che si avvicina al trap è Arianna, la sorella di Alessandra, già in Nazionale italiana a 15 anni agli Europei di Bologna nel 1991. Poi la passione prende anche Alessandra, la quale vince due prove di Coppa del mondo nel 2011. Intanto nel 2009 Arianna aveva acquisito la cittadinanza sportiva di San Marino, Paese della madre e inizia a sparare per il Titano. La segue anche Arianna, che partecipa a tre Olimpiadi per il piccolo stato.

All’Olimpiade di Londra 2012, che vide proprio Jessica Rossi dominare e vincere l’oro, l’atleta di San Marino finì quinta nelle qualificazioni e poi quarta in finale dopo uno shoot-off con la francese Delphine Réau e la slovacca Zuzana Štefečeková, proprio colei che ha vinto l’oro in questa edizione olimpica. Rio de Janeiro doveva essere la sua grande opportunità ma la tensione l’ha schiacciata. Andò ai Giochi anche con la sorella, Arianna, anche lei impegnata del Trap. Alessandra questa volta delude, finendo la sua avventura in qualificazione al 16esimo posto con 63 piattelli colpiti, mentre andò meglio la sorella Arianna con 65, al 13esimo posto.
Arrivata a Tokyo con la consapevolezza di essere una delle migliori tiratrici al mondo, ad Alessandra è stato dato l’onore di portare la bandiera durante la cerimonia di premiazione, onore che fu concesso anche alla sorella Arianna, portabandiera a Rio 2016.
Oggi è stata lucida, precisa, decisa nei momenti in cui la gara si decideva e ha vinto un bronzo storico. Sempre a fine gara poi ha aggiunto: “Per San Marino è qualcosa di storico. Sono andata a sparare e l’unica cosa che ho pensato è: ‘Non posso arrivare ancora una volta quarta, non lo merito’. Questa medaglia la volevo proprio”. Una medaglia che merita Perilli, la sua famiglia e il suo Paese, per la prima volta sul podio olimpico.

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