“Dal nostro Centro chirurgico per vittime di guerra abbiamo sentito bene l’impatto dei razzi, dato che ci troviamo a poche centinaia di metri” e “dopo pochi minuti abbiamo ricevuto i primi sei feriti, i più gravi dei quali sono già in sala operatoria”. Lo ha raccontato Marco Puntin, country director di Emergency in Afghanistan, dopo che questa mattina tre razzi hanno colpito le zone vicine al palazzo presidenziale di Kabul durante la cerimonia di preghiera per la festa musulmana dell’Eid a cui stavano partecipando il presidente Ashraf Ghani e altri importanti politici. Secondo fonti locali, ricostruisce la nota di Emergency, i razzi sarebbero partiti dal nord della città, dall’area di Parwan-e-Se e hanno colpite le aree di Bagh-e-Ali Mardan e Chaman-e-Hozori, nel distretto uno, e di Manabe Bashar, nel distretto due. “Dal primo maggio – ha detto Puntin – la situazione è in netto deterioramento, i combattimenti si sono intensificati in quasi tutte le province dell’Afghanistan e stiamo ricevendo molti più pazienti rispetto al normale”. La recrudescenza dei combattimenti – rileva Emergency, presente in Afghanistan dal 1999 – è testimoniata anche dall’aumento del numero di ammissioni al Centro chirurgico per vittime di guerra di Kabul: se a gennaio i pazienti con ferite provocate da schegge provenienti da ordigni esplosivi erano stati 51, a giugno sono saliti a 107, mentre i pazienti con ferite da proiettile sono passati da 113 a 138. Sull’aumento delle violenze Emergency cita l’emblematica la storia di un contadino 38enne proveniente dalle campagne della provincia del Logar, a sud di Kabul. A mezzogiorno del 26 giugno, si legge, mentre rientrava a casa per pranzo, un ordigno esplosivo improvvisato è detonato vicino alla sua macchina e suo fratello maggiore lo ha caricato sulle spalle e portato alla clinica più vicina. Dopo aver ricevuto le prime cure, è stato trasportato all’ospedale di Emergency di Kabul. A causa delle lesioni, la gamba destra gli è stata amputata. “Negli ultimi 20 anni nel mio villaggio non ci sono stati incidenti come questo – ha raccontato l’uomo – mentre nell’ultimo mese sono esplose tre bombe e cinque persone sono morte. Alcuni dei miei amici sono scappati con le loro famiglie, altri hanno deciso di rimanere nel villaggio”. Purtroppo, le prospettive di un cessate il fuoco sono al momento scarse, non fa che constatare Emergency. “L’ultimo incontro fra le delegazioni dei talebani e del governo a Doha non ha discusso di una immediata tregua e i nostri tre ospedali stanno ormai lavorando giorno e notte in quanto il numero di pazienti è in aumento in tutto il Paese, soprattutto nella zona di Lashkar-gah, dove la situazione sta deteriorando notevolmente”, ha detto Puntin. “Dopo quasi 30 anni di guerra ininterrotta, l’unico desiderio del popolo afgano è di avere finalmente un po’ di pace ed è terrorizzato dalla prospettiva di ricadere in una nuova guerra civile – ha concluso – Speriamo dunque che i negoziati siano in grado di produrre qualcosa di significativo nelle prossime settimane”

video di Davide Preti per Emergency

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