Vacanze studio, soggiorni all’estero e rientri in Italia messi a repentaglio dal coronavirus. Trecento ragazzi bloccati a Dubai per il riscontro di 11 positivi che, nel giro di poche ore, si sono trasformati in un maxi focolaio di 200 persone. Quindici adolescenti, invece, si sono visti rovinare il viaggio di maturità sull’isola greca di Ios perché in cinque hanno contratto il Covid. Solo il 10 luglio altri 150 italiani sono stati sottoposti a una quarantena forzata a Malta a causa di un altro focolaio. Un susseguirsi di episodi che hanno portato la Farnesina a intervenire: “Ogni spostamento comporta rischi sanitari”, si legge in una nota del ministero degli Esteri.

Forse è troppo presto per rimettersi a viaggiare, forse si è più attenti a godersi il viaggio che a rimanere prudenti. Ma con la ritrovata possibilità di raggiungere mete estere, grazie anche al green pass europeo, le precauzioni come tamponi “lasciapassare” e accorgimenti durante i soggiorni sembrano non bastare più. Così, anche chi parte con viaggi organizzati in tutta sicurezza o in piccoli gruppi rischia di vedersi le vacanze rovinate dal Covid. Con tutte le spiacevoli conseguenze che ne derivano.

Vacanza studio a Dubai rovinata– Volo di ritorno cancellato e isolamento forzato per 300 studenti minorenni partiti in vacanza studio a Dubai. Partiti il 30 giugno con un viaggio organizzato da Inps e il tour operator Accademia Britannica, durante la gita 11 di loro sono stati trovati positivi al Covid. E dopo gli accertamenti del doppio tampone, il numero è cresciuto a dismisura diventando un focolaio di 200 persone in tutto. Il contagio sarebbe avvenuto durante la visita a un mercato cittadino. Tra i ragazzi non si registrano situazioni gravi, ma certo la sistemazione d’emergenza e l’impossibilità di tornare a casa sta risultando pesante e preoccupante sia per loro che per i loro genitori. Intanto il gruppo di studenti viene costantemente monitorato da una task force di medici e paramedici insieme al Consolato italiano di Dubai

Quindici ragazzi a Ios, 150 italiani a Malta – Un episodio analogo ha coinvolto 15 studenti veneziani che non possono rientrare in Italia dopo il loro viaggio di maturità a Ios, in Grecia. Dovevano tornare il 14 luglio, ma la scoperta della positività al Covid di cinque di loro ha scombinato i loro piani. Dovranno rimanere in isolamento fino a quando le autorità sanitarie pertinenti non si accerteranno della fine dell’infezione. Il 10 luglio, invece, altri 150 italiani sono rimasti bloccati su un’altra isola, quella di Malta. Tra loro molti minorenni. Dopo una lunga organizzazione tra l’ambasciata italiana e le autorità locali maltesi, i vacanzieri più giovani sono stati tutti trasportati in un hotel di Saint Julian, riconvertito in Covid Hotel per l’occasione.

Le raccomandazioni della Farnesina – Non si è registrato alcun caso da Covid grave, ma i disagi – quando non sono di tipo strettamente sanitario – possono verificarsi sotto altri aspetti. Come gestire centinaia di persone bloccate all’estero, in stretto dialogo con le autorità straniere, per pensare a una gestione dell’emergenza che sia ottimale. Oppure organizzare controlli continui per mezzo di tamponi e test e strutture che siano adatte per le quarantene. Per non parlare del risvolto psicologico e personale dell’inaspettata vicenda, con persone spesso minorenni bloccate a migliaia di chilometri di distanza, prive delle risorse adatte a gestire un soggiorno forzato mentre in Italia i familiari rimangono in costante apprensione. Davanti a tutto questo, con il numero di episodi simili che sembra aumentare man mano che l’estate avanza, la Farnesina ha diffuso una nota nella quale sottolinea la seria possibilità di trovarsi all’estero in difficoltà a causa del Covid. “Da gennaio 2020, perdura in tutto il mondo l’emergenza sanitaria causata da COVID-19”, ricorda il Ministero. Pertanto, ogni spostamento all’estero può costituire un rischio, e i viaggiatori che si sottopongo a un tampone per rientrare “devono prendere in considerazione la possibilità che il test dia un risultato positivo”.

La nota della Farnesina si conclude richiamando al buonsenso e a un’organizzazione realistica dei viaggi, “contemplando anche la possibilità di dover trascorrere un periodo aggiuntivo all’estero”. Un’eventualità che nessun vacanziere si augurerebbe e che spesso si considera improbabile, mentre ci si gode le vacanze tra svaghi e ritrovate piccole libertà dopo 18 mesi di restrizioni e pandemia.

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