Il Tour de France parla ancora sloveno, sicuramente non italiano. Sabato 26 giugno parte da Brest la edizione 108 della Grande Bouclé: le solite 21 tappe, con due cronometro e appena tre arrivi in salita (ma le scalate ci sono), prima della consueta passerella parigina del 18 luglio. L’attesa è tutta per la grande rivincita tra il vincitore della scorsa edizione, Tadej Pogacar, e lo sconfitto Primoz Roglic. Un anno fa tutto si decise alla 20esima tappa, una cronometro che sulla carta avrebbe dovuto incoronare Roglic e che invece raccontò la strepitosa rimonta del giovane Pogacar. Non che manchino altri avversari per i due sloveni: la Ineos punta a sparigliare la corsa con due capitani, Richard Carapaz e Geraint Thomas, ma ha anche in squadra Tao Geoghegan Hart. La Movistar schiera Miguel Angel Lopez, mentre la Francia può sperare in una sorpresa con Julian Alaphilippe o con il giovane David Gaudu.

Chi sicuramente non può nemmeno sognare è l’Italia: solo 9 corridori al via, mai così pochi dal lontano 1983 e lontanissimi dal record storico di 61. Uno è Vincenzo Nibali, che corre il Tour solo per preparare le Olimpiadi e provare magari a vincere una tappa. Negli sprint abbiamo una carta importante: il campione italiano Sonny Colbrelli. Certo, di fronte avrà il meglio, visto che a giocarsi la maglia verde ci sono velocisti del calibro di Arnaud Démare, Wout van Aert, Caleb Ewan e Peter Sagan. Gli altri azzurri al via sono Davide Formolo, Daniel Oss, Davide Ballerini, Mattia Cattaneo (che potrà stupire in salita), Jacopo Guarnieri, Lorenzo Rota e Kristian Sbaragli.

Il percorso del Tour prevede quest’anno il passaggio prima sulle Alpi e poi sui Pirenei, che quindi saranno decisivi. Le due cronometro sono piazzate alla quinta e alla penultima tappa. La prima, 27,2 chilometri il 30 giugno, servirà a creare qualche distacco tra i big in classifica in vista delle salite. La seconda, 30,8 chilometri il 17 luglio, sarà la grande sfida finale, con la speranza di un epilogo da thriller come un anno fa. In tutto 50 chilometri contro il tempo: due tappe importanti, ma anche le montagne saranno determinanti. Non tante le Alpi, perché dopo le prime tappe impegnative tra venerdì, sabato e domenica della prima settimana, l’attesa sarà tutta per la doppia scalata al Mont Ventoux: 7 luglio, 11esima tappa.

C’è un’altra frazione di montagna alla fine della seconda settimana, con arriva ad Andorra. Le due tappe che però tutti hanno segnato in rosso arrivano il 14 e il 15 luglio e il terreno per la battaglia sono i Pirenei. La tappa 17 in 178 chilometri prevede il passaggio sul Peyresourde e sul Col de Val Louron, prima della scalata al Col du Portet. Il giorno dopo si parte dalla storica Pau: frazione di appena 130 chilometri, con in mezzo il Tourmalet, una lunga discesa e poi la salita finale verso Luz Ardiden. Da lì in poi sarà tutta pianura (compresa la cronometro) fino agli Champs-Élysées. Il Tour, quindi, si deciderà anche sui dettagli: le tappe mosse, i ventagli, anche le discese che guardando al percorso potranno essere determinanti più della salite.

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