Il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato l’ordinanza che dispone il passaggio di Friuli-Venezia Giulia, Molise e Sardegna in zona bianca, come annunciato il 28 maggio sulla base degli ultimi dati della Cabina di regia sul Covid-19. Le tre regioni, infatti, hanno mostrato un’incidenza di casi inferiore ai 50 ogni 100mila abitanti per tre settimane consecutive. Le nuove regole entrano in vigore il 31 maggio. Le altre regioni e le province autonome di Trento e Bolzano restano in zona gialla. Sono 3,1 milioni, quindi, gli italiani che a partire da lunedì non dovranno più osservare il coprifuoco e godranno della riapertura anticipata (di un giorno) di bar, ristoranti e locali al chiuso e (di un mese) di piscine, sale giochi e centri benessere. Restano in vigore, invece, l’obbligo di mascherina all’aperto e la distanza di un metro tra persone.

Anche in zona bianca gli ospiti di matrimoni, battesimi e comunioni non dovranno esibire il green pass, cioè il certificato di vaccinazione con entrambe le dosi, il certificato di guarigione o un tampone negativo effettuato nelle 48 ore precedenti, come previsto dal decreto del 18 maggio scorso. Lo precisa la Conferenza delle Regioni. Salta, invece, il limite di quattro persone sedute allo stesso tavolo, è confermato il metro di distanza tra un tavolo e l’altro e l’obbligo di mascherina, da osservare però solo quando non si è al posto. Prevista anche la possibilità di utilizzare le docce in piscine, centri termali e palestre, garantendo la distanza di almeno due metri tra utenti, adeguata sanificazione e areazione.

Presenti, inoltre, una serie di indicazioni di carattere generale: è “obbligatoria la frequente pulizia e l’igienizzazione delle mani”, è necessario “definire il numero massimo di presenze contemporanee in relazione ai volumi di spazio, ai ricambi d’aria e alla possibilità di creare aggregazioni in tutto il percorso di entrata, presenza e uscita”, è previsto che siano messi a disposizioni degli ospiti prodotti per l’igienizzazione delle mani, che vengano areati il più possibile i locali e che vengano privilegiati gli spazi esterni.

Con l’avanzare della campagna di vaccinazione, si legge nella premessa del documento, cadranno le necessità che hanno portato alle restrizioni e non ci sarà più bisogno dei protocolli di sicurezza per i diversi settori. “Un’elevata adesione alla campagna vaccinale, favorita da adeguata promozione della stessa, determinerà le condizioni immunitarie di protezione dallo sviluppo di patologia grave e d’infezione sia dei lavoratori sia degli utenti delle attività (…) contribuendo a evitare che si ripresentino le condizioni che hanno portato alle diverse restrizioni nel corso degli ultimi 15-16 mesi“.

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