Le prime dosi di tutti i vaccini proteggono al 100%, in riferimento alla malattia grave e alla possibilità di ospedalizzazione o addirittura di decesso. A riguardo, c’è un titolo bellissimo del New York Times: ‘Il miglior vaccino è quello che riesci ad avere’“. Sono le parole di Giuseppe Remuzzi, direttore scientifico dell’istituto ricerche farmacologiche “Mario Negri”, intervistato a “L’aria che tira” (La7).

Remuzzi smentisce l’immunologa Antonella Viola, secondo cui è un errore del Cts quello di allungare i tempi tra le prime dosi di Pfizer e i richiami: “Non mi mettete contro la professoressa Viola, che è sempre così gentile, ma ci sono tre lavori usciti proprio in questi giorni a riguardo. Uno di questi è un lavoro estremamente importante, che è stato pubblicato sul “British Medical Journal” e che dimostra che, in determinate condizioni, ritardare la seconda dose riduce addirittura il numero dei morti. Gli esperti di vaccini hanno sempre pensato che ritardare la seconda dose potesse essere più efficace – spiega – La dimostrazione è arrivata ieri, con un lavoro appena pubblicato in forma di pre-print. Dimostra che ritardare di 12 settimane la seconda dose del vaccino Pfizer induce una risposta anticorpale 3,5 volte più alta. E quindi sarebbe da fare. È un peccato che non l’abbiamo fatto dall’inizio. Io, nel mio piccolo, timidamente mi ero permesso di suggerirlo. Adesso questo lavoro fa proprio vedere come dopo 12 settimane c’è una risposta immune molto più alta nelle persone che hanno più di 80 anni, cioè in quelli che hanno maggiore difficoltà ad avere una risposta anticorpale“.

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