Irregolarità in una casa di riposo su quattro. È l’esito dei controlli a campione condotti nella prima decade di maggio dai Carabinieri dei Nas, d’intesa con il ministero della Salute, che ha coinvolto 572 strutture sanitarie e socio-assistenziali in tutto il Paese. Sono state accertate irregolarità in 141 strutture (il 25%), 197 violazioni penali e amministrative per 43mila euro, deferite 36 persone all’Autorità giudiziaria e segnalate altre 136 alle Autorità amministrative. Sei strutture ricettive sono state completamente chiuse. Durante l’operazione, organizzata anche alla luce della recente ordinanza sull’apertura alle visite, è emersa anche la presenza di operatori sanitari e personale addetto alle strutture ancora privi di copertura vaccinale, divenuta obbligatoria per loro da aprile scorso. Tale fenomeno, riscontrato in almeno 42 strutture socio-sanitarie in varie province per 87 tra infermieri, fisioterapisti, operatori socio-assistenziali e restante personale destinato al contatto diretto con gli anziani, “rappresenta – sottolinea il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute – un potenziale anello di debolezza nella strategia di tutela al possibile contagio degli anziani ospiti, proprio in un periodo di riapertura delle visite esterne dei familiari”.

Nel corso dell’attività, condotta su tutto il territorio nazionale, i militari hanno rilevato inoltre 63 violazioni per inosservanza delle misure di contenimento alla diffusione da Covid-19, riconducibili alla mancata attuazione di protocolli, delle operazioni di sanificazione ed uso di dispositivi di protezione individuale da parte degli operatori. Il tutto a più di un anno dall’esplosione dell’emergenza sanitaria. Gli accertamenti hanno evidenziato anche criticità importanti circa il livello di assistenza fornito agli ospiti. Alcuni interventi, tra i quali quelli condotti dai Nas di Pescara, Genova, Torino e Catania, hanno rilevato situazioni di abbandono di anziani, non accuditi in relazione alle patologie sofferte e alle loro esigenze fisiologiche e motorie, in alcuni casi sfociati addirittura nella mancata somministrazione dei farmaci essenziali per garantire le terapie necessarie per gli ospiti malati e ultraottantenni.

Ulteriori situazioni di minore assistenza sono state rilevate per sovraffollamento di anziani rispetto ai posti previsti, mancanza di trattamenti riabilitativi e di personale privo di abilitazioni professionali nonché detenzione di farmaci non idonei o scaduti, per i quali si è proceduto al sequestro di 72 confezioni. A causa dello stato di abusivismo o di gravi criticità sono state oggetto di sospensione e/o chiusura 6 strutture ricettive, per un valore economico stimato in oltre 4 milioni di euro. Gli interventi di cessazione delle attività irregolari hanno determinato il conseguente ricollocamento degli anziani ospiti presso le abitazioni dei propri familiari o il trasferimento in altre strutture idonee.

In una Rsa di Monteodorisio (Chieti), invece, a seguito dell’intervento dei militari è stato somministrato il vaccino a 4 anziani. I Nas hanno infatti appurato che i soggetti non erano ancora stati raggiunti dal locale servizio vaccinale. I carabinieri hanno contattato il responsabile del servizio Asl che ha provveduto ad inviare sul posto un medico per l’inoculazione della prima dose di vaccino agli anziani degenti. Sono stati inoltre segnalati all’Autorità Sanitaria e Amministrativa 3 legali responsabili di altrettante strutture assistenziali per anziani, ubicate a Casalbordino (Ch), Monteodorisio (Ch) e Città Santangelo (Pe) poiché responsabili di aver condotto le strutture sanitarie interessate da carenze igienico-strutturali ed organizzative, con evidenti infiltrazioni di acqua piovana dal soffitto, distacco dell’intonaco dei servizi igienici e delle camere.

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