Adesso che è accaduto, in paese sono in molti a dire: era prevedibile che finisse così, è una tragedia annunciata. Eppure è accaduto per davvero. Un uomo di 44 anni, con problemi psichici, si è scagliato contro due carabinieri armato di un’accetta, dopo essere sfuggito a un inseguimento, ed è stato ucciso. È bastato una solo di colpo di pistola d’ordinanza perché Matteo Tenni crollasse a terra.

Il dramma è accaduto alle porte di Pilcante di Ala, in provincia di Trento. Poco prima, mentre era a bordo della propria auto, non aveva rispettato l’alt ad un posto di blocco di una pattuglia di carabinieri. Ha tentato la fuga. È cominciato un inseguimento che si è concluso quando ha raggiunto la propria abitazione. È sceso, è entrato in garage e ne uscito con l’arma bianca in mano. Ha aggredito i carabinieri, ne ha ferito uno e ha infranto un finestrino dell’auto di servizio, ma è stato ucciso. Inutili i soccorsi e il trasporto in ospedale con un elicottero. Il proiettile, infatti, ha reciso l’arteria femorale.

I carabinieri della compagnia di Rovereto si trovavano in Vallagarina per effettuare controlli sulla strada, finalizzati anche al rispetto delle norme anti Covid. L’auto di Tenni (che non aveva la patente di guida) ha tirato diritto all’intimazione di alt ed è stata seguita lungo la strada provinciale 90, poi fino al garage di casa. Tutto si è consumato in pochi attimi. All’interno della casa si trovava la madre ottantenne della vittima, che ha assistito dalla finestra a quanto è accaduto. Il carabiniere che ha sparato è stato colto da malore dopo aver saputo della morte di Tenni.

La zona è stata isolata e sono intervenuti i tecnici per effettuare i rilievi. Si dovrà stabilire se i carabinieri abbiano agito per legittima difesa, se sia stato sparato un solo colpo e quale sia stata la traiettoria seguita dal proiettile fatale. È stato sparato mirando verso terra o alle gambe dell’uomo che si era avventato sulla pattuglia? Di sicuro la fuga in auto è stata concitata e ha messo a repentaglio la sicurezza della circolazione.

Un testimone ha riferito di un’invasione di una pista ciclabile. Di fronte alla casa, poi, l’aggressione è stata violenta. Il conducente dell’auto dei carabinieri è rimasto bloccato all’interno, mentre Tenni brandiva l’accetta e colpiva. A quel punto dalla pistola dell’altro carabinieri è partito il colpo che ha raggiunto l’uomo a una gamba. Le indagini sono coordinate dal pubblico ministero Viviana del Tedesco. Decisivi saranno gli esiti delle analisi balistiche.

Il caso di Matteo Tenni era conosciuto non solo in paese, ma anche a Rovereto dove era stato in cura presso il Centro di salute mentale. Il sindaco Claudio Soini: “È una tragedia che lascia attoniti. Matteo lo conoscevano tutti, viveva insieme alla mamma, non ha fratelli o sorelle. In passato aveva avuto problemi mentali, ma credo che in questo momento non volesse essere più seguito”.

Francesca Aprone, assessore alle Politiche sociali e familiari del comune di Avio, conosceva Matteo dai tempi delle elementari. “Non dico che me l’aspettavo, ma purtroppo non mi stupisce. – ha dichiarato al Corriere del Trentino – Eravamo insieme nella pluriclasse delle scuole elementari che ora non ci sono più, era un bambino normale, sereno, poi ci siamo persi di vista. Non so cosa sia accaduto, ma l’ho ritrovato da adulto con una personalità disturbata. Ha avuto problematicità importanti, sapevamo che era seguito per la sua personalità che era definita paranoide, con alti e bassi, con episodi fuori dalle righe”.

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