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Nayt a FQMagazine: “La mia relazione con Matilda De Angelis? Non è solo destino. Dopo tanta rabbia, terapia e musica sono rinato”

Uno dei rapper più interessanti della scena italiana pubblica il nuovo singolo “Tutto il resto è noi” in cui parla di “sentimenti dopo la difficoltà di starci in contatto, in un’epoca dove anestetizzarsi, spesso, sembra la via meno rischiosa da intraprendere”. Il brano assieme alle versioni in acustico “Passerà” e “Favolacce” arricchirà il disco “Mood”, uscito lo scorso dicembre

di Andrea Conti

All’inferno e ritorno con rinascita. La vita di Nayt (vero nome William Mezzanotte) a soli 26 anni è talmente ricca di aneddoti tra passato burrascoso (ha cambiato sette scuole, provato le droghe, ha rubato, ha vissuto con i nonni e poi solo con la madre) e presente fatto di successi, milioni di streaming e una scrittura interessante e per niente scontata, ha tutti gli ingredienti per trasformarsi in film in lieto fine, amore incluso. Il rapper infatti è balzato alle cronache rosa, in queste ore, dopo che l’attrice Matilde De Angelis – sulla cresta dell’onda dopo il successo di ‘The Undoing’, il Festival di Sanremo 2021 e la serie ‘Leonardo’ – ha confessato al settimanale Oggi che è lui il suo fidanzato.

“Tutto il resto è noi” a chi è dedicata?
Nasce da una riscoperta di me stesso. Sono stato per tanto tempo in una sorta di bolla emotiva dove non riuscivo più ad aprirmi verso certe situazioni. Ero come anestetizzato. Oggi riesco ad essere più presente a me stesso senza proiettare mie paranoie e diavoli

Quando è iniziata la scoperta del tuo nuovo “io”?
A novembre 2019. Lì è iniziata la scrittura di ‘Mood’ , una sorta di terapia, poi dopo il primo lockdown dello scorso marzo/aprile mi sono un po’ più aperto gradualmente.

Chi sei oggi?
Una persona più centrata, sono in terapia da quattro anni. Sono un narcisista che sta cercando di smontare il proprio ego.

È stato difficile, come racconti in ‘Vero’?
Più che altro è stata una sfida ardua dal momento che viviamo dentro un’epoca fatta di social, esposizione e avatar. Incredibile quanto questi aspetti possano influenzare la nostra vita. Ho cercato di fortificarmi per non essere travolto dal giudizio altrui. Poi, per carità, viviamo in una società ed è giusto rispettare le opinioni, non possiamo fregarcene, è importante…

Però?
Già mi metto molto in discussione se poi anche il giudizio degli altri influenza chi sono, la mia storia e l’amore e la mia creatività lì metto uno stop.

In ‘Rolling Roma’ parli anche della morte, la temi?
Parlo di un lutto che ho metabolizzato dopo un po’ di tempo. Mi interrogo molto sulla morte e su questo tema ho ancora dei nodi da sciogliere. Su molte altre cose invece mi sono riappacificato.

Anche nei confronti della tua adolescenza burrascosa?
Sono fiero di quello che ho vissuto se mi ha portato ad essere la persona che sono oggi. Me lo ripetevo spesso anche qualche anno fa ‘se ne uscirò fuori, sarò orgoglioso di quello che ho vissuto’.

Faticoso uscirne?
Sì. Mi sono capitate pesi e responsabilità che forse non mi sarei dovuto accollare, non era per forza mio compito. Ho sempre cercato la mia forza dentro la rabbia ma mi consumava molto. Non era più sostenibile. Piano piano ho cercato di domare la rabbia trovando una forza incredibile quando me ne sono liberato.

Ti sei salvato da solo?
Mi sento fortunato. Probabilmente avrei anche potuto continuare a vivere nella dannazione d’artista ma non era quello che mi interessava. Non devi stare male per forza per essere un genio. Per questo sorrido nei confronti di alcuni colleghi che ci sguazzano, gridano che vengono dalla strada, atteggiarsi a criminali. Poi se ne lamentano di questo malessere ma ci sguazzano. Non cercano di venirne fuori…

Parli di un percorso terapeutico come quello di Marracash con l’album “Persona”?
Esatto. Lui ha una scrittura eccezionale e il successo di questo disco deriva dalla sua straordinaria capacità di aver risolto alcuni aspetti bui della sua esistenza e di averlo raccontato.

Andrai mai a Sanremo?
Da un po’ di anni mi invitano ad andarci ma lo farò solo quando avrò il pezzo giusto. Poi quest’anno c’era anche il Covid…

Soprattutto ti saresti trovato sul palco la tua fidanzata Matilda De Angelis!
(Ride, ndr) Esatto! Comunque è stata bravissima, lo sapevo che avrebbe spaccato tutto.

State insieme da un anno, perché funziona il vostro rapporto?
Bisogna lavorare su stessi quando si fanno degli errori con le storie passate. L’importante è essere aperti alla vita e a tutto quanto. Non c’è nulla di certo… Cosa funziona tra noi due? Beh credo che quello che funzioni… Ma che ca**o ne so! (scoppia a ridere, ndr). Scherzi a parte, un rapporto d’amore non è mai unilaterale. Delle volte può sembrare che il destino ci governi, faccia incontrare le persone ma in realtà siamo noi a volere le cose.

Vivi ancora con tua madre?
Sì. Causa pandemia ho dovuto slittare il trasloco, ma ci siamo.

Ok, abbiamo il titolo: “Nayt convive con Matilda”!
Eccallà (Ride, ndr).

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