È cominciata anche all’ospedale Pascale di Napoli la sperimentazione del vaccino italiano Takis. Questa mattina è stata effettuata la somministrazione della prima dose al 26enne Alessandro Esposito. Le sperimentazioni avevano preso il via esattamente un mese fa al San Gerardo di Monza. Lo sviluppo di questa piattaforma ha coinvolto tre centri di ricerca in tutto il paese: uno del Nord, per l’appunto il polo lombardo di Monza, uno del centro, lo Spallanzani di Roma e per il Sud l’Istituto nazionale per i Tumori di Napoli.

I tre centri sono coinvolti nella sperimentazione delle prime due fasi. La fase 1 coinvolgerà 80 volontari sani divisi in 4 gruppi con dosi diverse somministrate con o senza richiamo, mentre in fase 2 si raggiungeranno fino a 240 soggetti sulle dosi più promettenti. “Il Pascale avrà un ruolo determinante nell’espansione del numero di soggetti per ciascuna dose, al fine di consolidare i risultati. Tra l’altro – dice Paolo Ascierto, direttore dell’Unità di melanoma, immunoterapia oncologica e Terapie innovative – il vaccino a Dna può essere facilmente e velocemente modificato a tenere conto delle varianti del virus che stanno diventando prevalenti o che si dovessero manifestare in futuro”. È questa una delle notizie più importanti nel percorso di realizzazione di questo vaccino, la possibilità di poterlo rapidamente ricalibrare per renderlo efficiente anche nei confronti delle varianti.

A Napoli, l’équipe di Paolo Ascierto, sta selezionando da un mese i volontari, tutti soggetti sani, dai 18 ai 60 anni di età. Il primo marzo scorso, Takis era stato testato per la prima volta sul 21enne Luca Rivolta, di professione cuoco. Oggi è stato il turno di Alessandro Esposito, informatico. A differenza delle altre piattaforme tecnologiche già disponibili, a Rna messaggero o a vettore virale, Covid-eVax è un vaccino a Dna, che consente di evitare la catena del freddo nella conservazione e nel trasporto. Per le sue caratteristiche la produzione dell’antigene è prolungata nel tempo e il vaccino potrebbe funzionare bene già al primo ciclo.

“Siamo molto orgogliosi – dice il direttore generale del Pascale, Attilio Bianchi – di coordinare questa ricerca sul vaccino italiano. È il riconoscimento della qualità e dell’affidabilità dei nostri sistemi di ricerca che mettiamo ogni giorno a servizio dei nostri pazienti. Grazie all’equipe di Paolo Ascierto e a tutte le componenti del nostro Istituto impegnate quotidianamente”.
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