I numeri della pandemia in Italia sono ancora tutti in crescita anche nella settimana che va dal 10 al 16 marzo. Preoccupa soprattutto il trend dei ricoveri in terapia intensiva: in un mese è quasi raddoppiato il numero medio di nuovi ingressi giornalieri. Sono i numeri che emergano dall’ultimo monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe: “L’ulteriore incremento dei nuovi casi – afferma il presidente Nino Cartabellotta – ha determinato nell’ultima settimana la netta espansione del bacino dei casi attualmente positivi, aumentato di oltre 57mila unità”. Aumenti che si intrecciano con le carenze sul fronte dei vaccini. “Visto che per rispettare le scadenze contrattuali fissate al 31 marzo – sottolinea sempre Cartabellotta – rimangono da consegnare oltre 7 milioni di dosi nelle prossime due settimane, l’Europa deve mettere in campo nuovi strumenti per garantire le forniture, pena lo slittamento continuo dei piani vaccinali di tutti i Paesi”. I vaccinati tra gli over 80 in Italia sono in crescita, ma i numeri sono “ancora troppo esigui per osservare risultati tangibili in termini di riduzione di ospedalizzazioni e decessi nella fascia di età più colpita dal Covid”, evidenzia Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi sanitari di Gimbe.

Il monitoraggio della Fondazione rileva nella settimana 10-16 marzo 2021, rispetto alla precedente, un ulteriore incremento dell’8,3%dei nuovi casi (157.677 vs 145.659) e del 15,1% per quanto riguarda morti (2.522 vs 2.191). Continuano a salire anche i casi attualmente positivi (+12%), le persone in isolamento domiciliare (506.761 vs 453.734), i ricoveri con sintomi (+16,5%) e le terapie intensive (+18,1%).

L’occupazione dei posti letto in area medica da parte di pazienti Covid supera in 9 Regioni la soglia di allerta. Anche nelle terapie intensive, il cui tasso di saturazione nazionale oltrepassa la soglia critica attestandosi al 36%, l’occupazione supera il 30% in 13 Regioni. “Il sovraccarico ospedaliero – commenta Gili – oltre a rendere più complessa l’assistenza dei pazienti, aumenta lo stress di personale e servizi ospedalieri e impone di rimandare interventi chirurgici e altre prestazioni”. “A preoccupare – spiega Marco Mosti, direttore operativo di Gimbe – è anche il trend in continua ascesa dei nuovi ingressi giornalieri in terapia intensiva: in 4 settimane la media mobile a 7 giorni è aumentata del 94,2%, passando da 134 a 260“.

Le somministrazioni di vaccini – Il monitoraggio di Gimbe evidenzia che l’accelerazione della vaccinazione di massa registrata nelle ultime settimane ha subìto un’inevitabile battuta d’arresto dopo il blocco precauzionale e temporaneo del vaccino AstraZeneca. “A seguito di questo increscioso episodio – commenta Cartabellotta – al di là dei tempi organizzativi per ripartire, non è possibile stimare la riduzione dell’adesione generale alla campagna vaccinale, né l’impatto della diffidenza (o del rifiuto?) individuale rispetto al vaccino AstraZeneca. Un effetto boomerang generato da una comunicazione istituzionale frammentata e non lineare, frutto di una decisione impulsiva più politica che scientifica”. Nel frattempo, rispetto alla protezione dei più fragili, degli oltre 4,4 milioni di over 80, 1.258.139 (il 28,5%) hanno ricevuto solo la prima dose di vaccino e 469.783 (10,6%) hanno completato il ciclo vaccinale con rilevanti differenze regionali.

“Tre ragionevoli certezze – conclude Cartabellotta – documentano che stiamo attraversando una fase molto critica della pandemia. Innanzitutto, la terza ondata è ripartita da un ‘altopiano’ determinando la rapida saturazione di posti letto in area medica e terapia intensiva, in particolare in alcune Regioni. In secondo luogo, il trend dei pazienti ospedalizzati e in terapia intensiva è in rapida ascesa e difficilmente raggiungerà il picco prima di tre settimane dall’introduzione delle nuove misure restrittive. Infine, i ritardi delle forniture vaccinali e il caso AstraZeneca allontanano gli effetti della campagna vaccinale. In questo scenario, con una popolazione psicologicamente ed economicamente sfiancata e operatori sanitari allo stremo, quale sarà il cambio di passo del governo Draghi per salvare, almeno in parte, la stagione estiva?“.

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