In Germania è sceso in campo il ministro della Salute Jens Spahn, in Spagna c’è stata una conferenza stampa della ministra Carolina Darias con la direttrice dell’Agenzia del farmaco di Madrid María Jesús Lamas, in Francia ha parlato direttamente il presidente Emmanuel Macron. In Italia, invece, l’annuncio è arrivato con un comunicato scritto dell’Aifa e poco più. Così milioni di cittadini italiani hanno appreso che la somministrazione del vaccino Astrazeneca è stata sospesa in via precauzionale in attesa delle verifiche dell’Ema su alcuni casi sospetti. Poche parole piombate a metà pomeriggio del 15 marzo e che hanno scatenato il panico nei centri vaccinali di tutta la Nazione, tra chi era ancora in fila per ricevere la dose e chi aveva appena fatto l’iniezione. Ma se negli altri Paesi i rispettivi governi si sono assunti l’onere di spiegare ai cittadini cosa stava accadendo, rispondendo anche alle domande dei giornalisti, in Italia il ministro della Salute Roberto Speranza è comparso in video solo il giorno dopo. Mentre Palazzo Chigi ha mantenuto la strategia comunicativa del silenzio adottata dal premier Mario Draghi sin dal suo insediamento.

Il primo ad annunciare lo stop ad Astrazeneca è stato il ministro tedesco Spahn. Che ha organizzato una conferenza stampa a Berlino per spiegare in modo chiaro tutte le ragioni, al netto delle polemiche sui giornali nel day after. “Conosciamo la portata di questa decisione che non è stata presa a cuor leggero. Ma è una decisione fattuale e non politica”, ha dichiarato, spiegando che “per mantenere la fiducia nel vaccino dobbiamo dare ai nostri esperti il tempo di verificare i nuovi casi e sgomberare il campo da eventuali rischi“. Spahn ha parlato per oltre un quarto d’ora, rispondendo alle domande dei cronisti – nei limiti delle informazioni di cui era in possesso – e ha chiarito che la sospensione delle iniezioni è stata decisa dopo aver accertato sei casi anomali di tromboembolia. Nelle ore successive, sul sito web del ministero della Salute è comparsa anche una pagina con le “Domande e risposte” del governo su Astrazeneca. “Quanto sono gravi gli effetti collaterali scoperti? Quanti casi sono noti in Germania e in Europa? Qual è il tasso normale di trombosi venosa cerebrale rispetto ai casi segnalati?”. Tutti quesiti a cui vengono date repliche puntuali.

Anche in Spagna è comparsa in video la ministra della Salute Carolina Darias, affiancata dalla direttrice dell’Agenzia del farmaco spagnola María Jesús Lamas e da Fernando Simón, responsabile nazionale delle emergenze sanitarie. La conferenza stampa del lunedì, dedicata solitamente a fare un punto sull’andamento della pandemia, è stata l’occasione per spiegare ai cittadini i motivi della sospensione del vaccino, già anticipata nel tardo pomeriggio da alcuni comunicati stampa. “Ci sono pochissimi casi sospetti in numero assoluto, ma vista l’importanza qualitativa di ciascuno di essi e poiché nella popolazione generale ci sono anche pochissimi casi di malattie emorragiche, sembra prudente fermarsi”, ha dichiarato Darias, citando 11 episodi a livello Ue di trombosi venosa cerebrale. Anche lei ha risposto alle domande dei giornalisti, si è intrattenuta per oltre mezz’ora in diretta televisiva e ha invitato alla “calma“, insistendo sul fatto che, per ora, il legame tra il vaccino e i casi di trombosi è “temporale”, non causale.

Più breve, ma ancora più in alto a livello istituzionale, è stato l’annuncio di Parigi. “La Francia sospende la somministrazione del vaccino AstraZeneca fino a domani, in attesa del parere dell’Ema“, ha detto il capo dell’Eliseo al termine di un vertice con il premier spagnolo Pedro Sanchez che si è svolto a Montauban, nel sud del Paese. Di fronte alla domanda di un cronista su quanto abbia pesato il parere di Berlino sulla questione, Macron ha aggiunto che “la decisione è stata presa in conformità con la nostra politica europea“. Nelle ore successive è intervenuto anche il responsabile francese per la campagna vaccinale, Alain Fischer. Sui siti web istituzionali, invece, non sono molte le informazioni disponibili. L’alert su Astrazeneca non è stato messo in evidenza e non è immediatamente rintracciabile nelle homepage, così come sui canali social dei membri del governo.

Com’è andata in Italia? La notizia è arrivata poco dopo le 16 con un comunicato stampa dell’Aifa: “L’Agenzia italiana del farmaco ha deciso di estendere in via del tutto precauzionale e temporanea, in attesa dei pronunciamenti dell’Ema, il divieto di utilizzo del vaccino AstraZeneca Covid19 su tutto il territorio nazionale. Tale decisione è stata assunta in linea con analoghi provvedimenti adottati da altri Paese europei”, si legge.. Subito dopo le agenzie di stampa hanno battuto una serie di comunicazioni arrivate da “fonti del ministero della Salute” che hanno confermato il confronto Draghi-Speranza preliminare allo stop e i “colloqui” che ci sono stati tra i ministri della Salute di Germania, Francia e Spagna prima di arrivare a una linea condivisa. Speranza ha poi rilasciato una breve nota, ma soltanto il giorno dopo ha partecipato a un evento via web organizzato dal Corriere della Sera, fornendo rassicurazioni de visu a chi ad esempio ha già ricevuto la prima dose. Non una parola, invece, da Palazzo Chigi, tranne una velina in cui si legge che si tratta di una misura “temporanea e cautelativa“. Il premier Draghi continua insomma a centellinare le sue apparizioni pubbliche, finora tutte senza giornalisti: la prima risale al discorso per la fiducia in Parlamento, la seconda al videomessaggio dell’8 marzo, la terza alla visita all’hub vaccinale di Fiumicino. Il prossimo appuntamento è fissato per venerdì al termine del Consiglio dei ministri sul decreto Sostegni. Quando l’impasse su Astrazeneca, forse, potrebbe già essere superato.

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