“La Germania è scioccata dal fatto che Jens Spahn stia interrompendo la campagna di vaccinazione con Astrazeneca, a causa di un numero esiguo di complicazioni”. “La sospensione è la decisione giusta, ma invia anche un segnale pericoloso”. Il giorno dopo la decisione da parte della Germania, poi imitata da Italia, Francia, Spagna e altri Paesi Ue, di sospendere in via precauzionale le somministrazione di Astrazeneca, la stampa tedesca mette sotto accusa il ministro della Salute e il Paul Ehrlich Institute, l’agenzia federale che si occupa della sorveglianza sui vaccini in Germania. “Ecco dove porta una politica di totale prevenzione del rischio“, accusa Die Welt. “Ormai il danno è fatto”, scrive Der Tagesspiegel. Il grande timore che occupa le prime pagine dei giornali tedeschi e le homepage dei siti è che questo stop possa ritardare di almeno un mese la campagna di vaccinazione e minare definitivamente la fiducia nel vaccino in chi era già titubante, proprio nel mezzo di una terza ondata che in Germania sta facendo risalire i contagi nonostante il Paese non sia praticamente mai uscito dal lockdown duro. Per questo c’è chi arriva a chiedere le dimissioni del ministro Spahn, criticato duramente soprattutto dai giornali conservatori, nonostante sia membro della Cdu di Angela Merkel.

“Lo 0,000004% di casi di trombosi dopo il vaccino”, titola la Bild online. Il tabloid tedesco cita Gran Bretagna e Austria, dove le somministrazioni di Astrazeneca stanno proseguendo, come esempi virtuosi, criticando quella che ritiene un’eccessiva prudenza da parte di Berlino. Secondo Bild, il governo di Angela Merkel ha deciso la sospensione perché ha temuto la minaccia di cause per lesioni fisiche, trattandosi di una campagna di vaccinazione statale, dopo le raccomandazioni del Paul Ehrlich Institut, che ha segnalato i sette casi di trombosi riscontrati in Germania. Dal canto suo, il presidente dell’Istituto, Klaus Cichutek, ha difeso le raccomandazioni, riferendo alla rete pubblica Ard che “i cittadini vogliono fare affidamento sul fatto che i vaccini che autorizziamo sono sicuri ed efficaci“. I sette casi di trombosi riguardavano sei donne e un uomo di età compresa fra i 20 e i 50 anni, tre dei quali sono morti. Tutti i casi si sono manifestati in un arco di tempo fra i 4 e i 16 giorni successivi alla somministrazione. Se vi sia davvero un rapporto di causa-effetto è oggetto attualmente di verifiche, ha spiegato oggi il Paul Ehrlich Institute. Eppure questi dati hanno portato alla sospensione da parte di Berlino e poi, a cascata, di mezza Europa.

Il dibattito in Germania è aperto e molti giornali, da Die Welt alla stessa Bild, sostengono come 7 casi su 1,6 milioni di somministrazioni di Astrazeneca in Germania non giustifichino una sospensione. Specialmente in un periodo in cui “in Europa circa 4mila persone muoiono ogni settimana di o con Covid”, scrive anche Der Tagesspiegel. “Si tratta di un rischio molto basso. Ma se dovesse rilevarsi un collegamento con il vaccino, sarebbe superiore alla media“, ha spiegato in conferenza stampa il ministro Spahn. “Conosciamo la portata di questa decisione che non è stata presa a cuor leggero. Ma è una decisione fattuale e non politica. È una decisione presa per pura cautela“, ha aggiunto. È proprio questa cautela a essere finita sotto accusa: “Penso che sia un grosso errore sospendere le vaccinazioni con Astrazeneca ora. Questo crea solo grande incertezza e sfiducia in una situazione in cui ogni vaccinazione conta”, ha commentato al Rheinische Post Karl Lauterbach, deputato ed esperto in Sanità della Spd, al governo in coalizione con la Cdu. Secondo Lauterbach sarebbe stato meglio eseguire dei controlli “mentre sono in corso le vaccinazioni”. “Il rischio di trombosi è uno su 100.000 o meno e non sembra essere aumentato rispetto alle persone non vaccinate”, ha aggiunto Lauterbach.

“All’inizio della pandemia Jens Spahn era diventato una star – scrive la Frankfurter Allgemeine Zeitung – ora gli viene persino chiesto di dimettersi“. La decisione di sospendere Astrazeneca, infatti, arriva dopo mesi in cui il ministro era già stato duramente criticato per la lentezza della campagna di vaccinazione. Die Zeit scrive che Spahn ha commesso tanti errori – cita i test rapidi, la carenze nell’approvvigionamento di Dpi e appunto i vaccini – ma in questo caso non avrebbe potuto ignorare le raccomandazioni del Paul Ehrlich Institut. Però anche la Süddeutsche Zeitung, pur difendendo la decisione presa dal ministro, sottolinea che “se Astrazeneca venisse effettivamente fermato, questo avrebbe conseguenze fatali per il programma di vaccinazione tedesco”. È il più grande timore dei tedeschi: il livello di insoddisfazione per un tasso di somministrazioni dei vaccini è già altissimo. Ulteriori ritardi non sono ammissibili per l’opinione pubblica. Il quotidiano Handelsblatt – non è l’unico – stima già che questa sospensione possa allungare di un mese la campagna.

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