Nel piano prioritario vaccinale sono stati inseriti per la prima volta anche i caregiver dei disabili gravi ai sensi della legge 104. Dopo la richiesta di un intervento promossa, in particolare, dalle associazioni delle persone con disabilità, giovedì il ministero della Salute ha diffuso un nuovo documento che aggiorna le raccomandazioni sui gruppi target della vaccinazione, inserendo appunto i caregiver. Il testo è stato condiviso anche da presidenza del Consiglio, commissario straordinario, Iss, Agenas e Aifa. “Sicuramente è una buona notizia che aspettavamo da molto tempo”, commenta a ilfattoquotidiano.it il presidente della Federazione per il superamento dell’handicap (Fish), Vincenzo Falabella.

All’interno del documento governativo che definisce le categorie prioritarie è ora scritto nero su bianco, a pagina 4 e a pagina 6, che hanno diritto alla priorità della somministrazione vaccinale anche “i familiari conviventi, caregiver, genitori/tutori/affidatari che forniscono assistenza continuativa in forma gratuita o a contratto”. Nel precedente documento, datato 8 febbraio, la parole caregiver non era nemmeno presente. Inoltre, nel testo aggiornato a pagina 6 è prevista un’altra indicazione: “Nel caso di minori che rientrano nella definizione di estremamente vulnerabili e che non possono essere vaccinati per mancanza di vaccini indicati per la loro fascia di età, vaccinare i relativi genitori/tutori/affidatari”. Un’altra novità rispetto alla versione precedente. “Ci siamo impegnati moltissimo per vedere riconosciuti i diritti fondamentali non solo delle persone con disabilità grave ma anche dei loro assistenti personali. Oggi abbiamo finalmente ottenuto ascolto e vediamo un impegno ufficiale rilevante”, aggiunge Falabella.

“E’ una buona notizia, ma permangono ancora dubbi non chiariti e criticità significative”, spiega a ilfattoquotidiano.it Giampiero Griffo, coordinatore del Comitato tecnico-scientifico dell’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità. “C’è un problema di procedura uniforme di organizzazione e identificazione dei caregiver in assenza di banche dati aggiornate e univoche, oltre che sull’identificazione chiara di chi sono precisamente i caregiver in assenza a livello statale di una definizione“. “Il dramma italiano – aggiunge Griffo – è anche la digitalizzazione, perché raramente sono stati registrati in una lista precisa tutti i cosiddetti caregiver e soprattutto chi fornisce assistenza continuativa in forma gratuita”.

Infine, Griffo segnale anche che “permane poca chiarezza sui luoghi specifici dove avverranno le somministrazioni e c’è ancora confusione su chi nello specifico deve somministrare le dosi, perché ogni Regione si sta muovendo diversamente”. Ad esempio, a quanto risulta a Griffo, ad oggi “sono solo dodici le Regioni che hanno approvato delibere e siglato accordi ad hoc” per la somministrazione prioritaria dei vaccini anti-Covid alle persone non autosufficienti. “Auspico che ogni Regione provveda subito a mettere al centro dei propri piani vaccinali questi soggetti più a rischio”, conclude l’esperto.

Secondo la Fish, “l’impatto della pandemia ci sta obbligando a ripensare molte cose nella nostra vita e a rimodulare alcune priorità in una direzione che preveda innanzitutto la garanzia di una maggiore tutela della salute e della sicurezza dei cittadini tutti, ma ancor di più di coloro che sono più vulnerabili ed esposti ai rischi connessi alla condizione di salute. Tra questi vi sono le tante persone con disabilità e le loro famiglie”. Falabella conclude dicendo che “le raccomandazioni sono un primo passo in tale direzione. Il cammino è ancora lungo, ma la Fish continuerà a perseguire ed agire per i diritti di tutte le persone con disabilità”.

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