“Dobbiamo vaccinare quanto più possibile e il più in fretta possibile, ma dobbiamo anche capire che la vaccinazione di massa contro il Covid non sarà l’arma che ci farà tornare alla normalità. Per tornare alla normalità serve la combinazione più armi, la strategia no Covid unita al vaccino”. A dirlo è Walter Ricciardi, epidemiologo e consigliere del ministro della Salute, Roberto Speranza, durante un convegno online. Secondo Ricciardi il problema delle dosi di vaccino non ci sarà. Il problema è che il coronavirus “è molto contagioso, ma l’immunità di massa si raggiunge solo quando la quasi totalità della gente è vaccinata, e sappiamo che questo è molto difficile. Con il coronavirus abbiamo il problema che il vaccino non ha un’immunità duratura e che non riusciamo a vaccinare il 95 per cento della popolazione. Per questo bisogna fare anche altre cose”.

La terza ondata si poteva evitare, secondo Ricciardi: “Se si fosse adottata una ‘strategia no Covid’, come quella impiegata da paesi la Nuova Zelanda o l’Australia e se le cose si fossero fatte nel modo giusto, se nelle varie fasi i miei avvertimenti fossero stati seguiti, la terza ondata l’avremmo potuta evitare e oggi staremmo in una condizione di normalità”. Lì dove è stata adottata una strategia no Covid, “non solo si ha una vita normale, ma il tasso di mortalità è 100 volte minore del nostro”, continua Ricciardi. Per operare in questo modo “intanto bisogna avere una strategia, e pensare alla zona da liberare dal virus. Ad esempio in Nuova Zelanda e Australia è stato tutto il Paese. Poi serve una campagna di motivazione e comunicazione, per convincere tutti quanti ad operare per uno sforzo comune per liberarsi del virus nel giro di 5-6 settimane“. Da quando si parte, dipende dalla situazione si partenza. Normalmente basterebbe “un lockdown di 2-3 settimane, ma per una situazione di circolazione intensa come la nostra, ne servirebbe uno di 5-6 settimane, da fare fare ovviamente con misure di supporto del reddito“, prosegue Ricciardi. Per mantenere le zone protette libere dal virus, bisogna poi convertire tutti gli alberghi e le strutture che accolgono turisti per la quarantena e isolamento, dove mettere tutti i turisti e chi arriva da fuori, come fatto in in Nuova Zelanda”. La strategia no Covid “richiede forti investimenti iniziali – conclude Ricciardi – ma è molto più vantaggiosa rispetto a quella a yo-yo, con parziali chiusure e riaperture, morti e impoverimento economico. L’Europa non lo capisce, servirebbe una decisione convinta dei governi. In mancanza si può ipotizzare anche un percorso dal basso, promosso da città e regioni”.

Quanto alla variante inglese ha una “mutazione che rende più penetrabile il virus nel corpo umano – spiega ancora Ricciardi – Con il virus SarsCov2 tradizionale, questa penetrazione è più difficile, mentre con quella inglese è più facile, anche se stai a oltre 2 metri di distanza. Negli ambienti chiusi basta un super-diffusore per contagiare il 40-50 per cento delle persone presenti in quell’ambiente”. Ora si continua a “inseguire – conclude – e cominciamo a vedere altre varianti più pericolose, come quella brasiliana che reinfetta, e questa è una grossa preoccupazione”.

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