Castor vuole conquistare Cerved, la banca dati economico- finanziaria che valuta il rischio di credito delle imprese. E così il fondo sovrano di Singapore Gic mette il naso nei bilanci delle aziende italiane. Con tutti gli annessi e connessi correlati all’utilizzazione dei poteri speciali pubblici (golden power) nei segmenti strategici dell’economia in presenza di investimenti pubblici stranieri. Il veicolo Castor, controllato dal finanziere Andrea Pignataro e partecipato da Gic (10%), ha infatti lanciato un’offerta pubblica di acquisto sull’impresa di business intelligence quotata a Piazza Affari. Della partita è anche il Fondo strategico italiano (Fsi) di Maurizio Tamagnini, socio in affari anche di Cassa Depositi e Prestiti, che si è impegnato a mettere mano al portafoglio per 150 milioni di euro. Complessivamente Castor ha messo sul piatto 1,855 miliardi proponendo 9,5 euro per azione. Il prezzo paga un premio del 43% rispetto alla media aritmetica ponderata dei prezzi ufficiali registrati dalle azioni negli ultimi dodici mesi.

Un nuovo colpo grosso per Pignataro che, con la sua ION group, ha appena vinto la gara per acquisire Cedacri, la società di servizi informatici destinati alle banche. Ma soprattutto un affare che è destinato tuttavia a far molto discutere. Lo hanno intuito gli analisti di Equita che in una nota hanno precisato: “riteniamo che la presenza di Fsi nel capitale riduca la possibilità di rilievi in tema di golden Power”. Pur trattandosi di una public company con il maggior azionista, il fondo Wellington management, che ha appena il 5, 077%, Cerved ha un valore strategico rilevante. Il motivo? Non solo custodisce i bilanci, ma ha al suo interno una divisione rating, importantissima per chi oggi voglia identificare opportunità di acquisto fra le imprese italiane.

Di qui il tema del golden power che però, in tempi non sospetti, a detta di Roberto Garofoli, sottosegretario alla presidenza del consiglio del governo Draghi, è ancora “privo di un proprio apparato burocratico, stabile e specializzato”. Anche perchè il fondo Gic è una vera arma da guerra economico-finanziaria. Ha più di 100 miliardi investiti in assett di 40 Paesi nel mondo con l’obiettivo di “assicurare il futuro finanziario di Singapore scommettendo su un ampio range di società quotate e non” come si legge sul sito del fondo di proprietà dello stato singaporegno. Tra le tante partecipazione c’è anche l’8,2% di Atlantia, la holding proprietaria di Autostrade. Secondo un rapporto di Global SWF sugli investimenti degli Stati all’estero, il Govern of Singapore Investment Corporation è stato il soggetto pubblico più attivo durante la pandemia di coronavirus con 14,5 miliardi di euro di investimenti in 65 diverse operazioni realizzate nel 2020.

In Italia, Gic è noto anche per essere stato socio in affari di Gemina in Aeroporti di Roma con l’ambizione di ampliare lo scalo della Capitale. Progetto che doveva essere realizzato attraverso il braccio operativo Changi, ma che poi è finito nel dimenticatoio diversi anni prima del Covid. Più recentemente, a dicembre, il fondo sovrano asiatico è tornato alla ribalta delle cronache finanziarie per aver investito nella società di produzione cosmetici conto terzi, Intercos, arrivando a detenerne il 9 per cento. L’anno prima era stata la volta della logistica: il fondo sovrano di Singapore aveva conquistato un portafoglio europeo di immobili logistici (“Maximus”) dai fondi gestiti da consociate di Apollo Global Management per circa 950 milioni di euro. L’operazione aveva consentito al gruppo asiatico di mettere le mani su sette immobili distribuiti su cinque parchi in Italia per un’area da circa 260mila metri quadrati con clienti come Moncler, Geodis, Ducati e Lamborghini. Ora arriva il momento di Cerved che di certo sarà una finestra importante sul sistema produttivo italiano che, causa Covid, corre il rischio di essere venduto a prezzi di saldo.

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