Il gradimento personale per il premier Mario Draghi è a 69 punti, il risultato più alto degli ultimi otto esecutivi con l’eccezione di quello di Mario Monti al momento dell’insediamento. Il classico effetto “luna di miele” amplificato dal fatto che le persone tendono a unirsi al gruppo di chi esprime appoggio a un leader in ascesa (in gergo si definisce “bandwagon effect”, effetto carrozzone). Ma la vera sorpresa che emerge dal sondaggio di Nando Pagnoncelli per il Corriere della Sera è che il gradimento nei confronti del governo – e del presidente del Consiglio – è decisamente maggiore tra gli elettori di Fratelli d’Italia, che pure è all’opposizione, che tra i votanti del Movimento 5 Stelle.

Stando alla rilevazione dell’Ipsos, infatti, il 54% degli italiani esprime una valutazione positiva sul governo e il 60% sul premier, ma tra chi vota il partito della Meloni le percentuali dei favorevoli sono sopra la media: rispettivamente 56% e 67%. Dati molto vicini alle risposte degli elettori della Lega (per il 62% favorevoli al governo e 68% a Draghi). Tra gli elettori M5s, al contrario, solo il 45% è a favore del nuovo esecutivo e il 47% è contro: in base al sondaggio si tratta dell’unico grande partito i cui votanti sono in maggioranza scontenti. La maggior quota di giudizi positivi si registra invece tra chi vota Pd: 81% di favorevoli al governo e 89% al premier. Subito sotto (71% e 83% di favorevoli rispettivamente) i sostenitori di Forza Italia.

Il gradimento personale del premier, come visto, è a 69 contro i 66 punti del Conte 1 e i 56 del Conte 2. Più perplessità le suscita la squadra di governo. Il 55% prevede che le scelte più importanti saranno prese “per lo più da Draghi e dai ministri tecnici“, percentuale che arriva al 71% tra gli elettori di Lega, Pd e altre liste di centrosinistra. La maggioranza, nota Pagnoncelli, auspica poi che Draghi “accentri il più possibile la comunicazione“, probabilmente per evitare che i messaggi del governo siano influenzati dall’appartenenza politica dei diversi ministri. Anche in questo fa eccezione il Movimento: solo il 47% dei suoi elettori è favorevole a questa centralizzazione. E’ però tra i forzisti che si registra la più alta quota – 34% – di persone convinte che “è necessario garantire a tutti i membri del governo piena libertà di comunicare con i mezzi di informazione”.

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