Per onorarne il lavoro, l’impegno, la professionalità e il sacrificio, il 20 febbraio si celebra la Giornata nazionale dei professionisti sanitari, sociosanitari, socioassistenziali e del volontariato. Per la maggior parte visibili anche in streaming, sono varie le iniziative organizzate in tutta Italia per festeggiarla. “Credo che sia importante che i nostri concittadini, almeno una volta l’anno, si fermino a riflettere sull’importanza della professione medica e delle professioni sanitarie – ha spiegato il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli – Le nostre professioni sono custodi dei diritti: alla salute, all’uguaglianza, alla garanzia stessa dei diritti fondamentali. Le nostre competenze, peculiari e sinergiche, i nostri principi, liberamente e autonomamente condivisi, i nostri valori, comuni e identitari, possono e devono essere per i cittadini lo strumento efficace ed essenziale per realizzare i diritti assegnati dalla Costituzione. È questo il significato vero e profondo della Giornata”.

Nata dall’idea del regista Ferzan Ozpetek e supportata poi dal presidente della Siae, Mogol, la proposta di istituire la Giornata è presto diventata un disegno di legge di iniziativa parlamentare, il cui via libera definitivo è arrivato il 4 novembre 2020, dopo il secondo passaggio in Senato. Inizialmente doveva intitolarsi dei “camici bianchi”, ma per includere tutti quei lavoratori che durante la pandemia hanno presidiato le prime linee nella lotta al coronavirus, il Parlamento ha infine optato per una più lunga dicitura. Anche la data scelta per la Giornata non è casuale: il 20 febbraio del 2020 infatti fu il giorno in cui l’anestesista Annalisa Malara, di turno all’ospedale di Codogno, forzando le procedure permise di arrivare a diagnosticare il primo caso di Covid in Italia.

Roma – La Federazione nazionale degli Ordini dei Medici ha organizzato dalle 11 una cerimonia che prevede la lettura di alcuni brani interpretati dall’attore Enrico Lo Verso e parentesi musicali del tenore Francesco Zingariello, accompagnato da un quartetto d’archi. A condurre la Giornata sarà la dottoressa e giornalista, Livia Azzariti; spetterà poi alla presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, scoprire la targa commemorativa per i 313 medici e odontoiatri che hanno perso la vita per il Covid. “Ce li ricordano, ogni giorno, le bandiere a mezz’asta nella nostra sede a Roma. Ne teniamo memoria con l’elenco dei nomi sul nostro portale, sopra le steli che in ogni parte d’Italia vengono scoperte. Li portiamo, uno per uno, nei nostri cuori, a cominciare dal primo medico a cadere, il nostro collaboratore e amico Roberto Stella“, dice Anelli. Oltre 110mila, invece, gli operatori sanitari che, dall’inizio dell’epidemia, si sono contagiati. “Ora, per fortuna, abbiamo un’ottima notizia – continua il presidente Anelli – i contagi, tra gli operatori, si sono ridotti di oltre il 64% in tre settimane. Lo rileva il Gimbe, ed è segno che la campagna vaccinale funziona. Invitiamo dunque a proseguire e a considerare tutti i medici e gli odontoiatri una priorità, proteggendoli con i vaccini”.

Codogno e Berlino – In parallelo alla cerimonia di Roma, che sarà possibile seguire in streaming sul portale www.fnomceo.it, si svolgerà un’analoga celebrazione a Codogno, presso l’Ospedale civico, dove sarà scoperta una seconda targa, offerta dalla Fnomceo e dal Comitato permanente dei medici europei (Cpme) in memoria di tutti gli operatori sanitari d’Europa. Oltre a Codogno, ci sarà un collegamento anche con la città di Berlino, durante il quale il presidente del Cpme, Frank Ulrich Montgomery, farà arrivare il suo messaggio. Infine, dalla sede dell’Enpam, il presidente della Fondazione, Alberto Oliveti, presenterà la stele elettronica che proietterà, all’ingresso della nuova area museale, i nomi dei medici e odontoiatri scomparsi.

Napoli I medici di Napoli onorano invece la memoria dei colleghi caduti a causa del Covid con una cerimonia presso la sede dell’Ordine, alla presenza delle famiglie. Per l’occasione lo street artist Luca Carnevale donerà una sua opera, in cui è ritratto un medico raffigurato come un angelo, che dalla sua nuvola continua ad aiutare i colleghi impegnati in prima linea, intenti a salvare vite.

Palermo – L’ordine dei medici di Palermo il 20 febbraio dedicherà la Cappella di Villa Magnisi, sede dell’Ordine dei medici e degli odontoiatri (Omceo), ai medici siciliani che hanno perso la vita per la pandemia da coronavirus e un sacrario in ricordo di tutti i camici bianchi che in Sicilia hanno sacrificato la loro vita per il lavoro: da Paolo Giaccone e Sebastiano Bosio assassinati dalla mafia, al giovane pediatra Giuseppe Liotta travolto dall’alluvione che colpì Corleone nel 2018.La cerimonia di titolazione della Cappella e del sacrario si svolgerà alle 11 a Villa Magnisi.

Sui social – Sul web intanto viene lanciato l’hashtag #pernondimenticaremai, dedicato a tutto il personale sanitario che in questa pandemia ha messo a repentaglio la propria vita per salvarci. Plauso all’istituzione della ricorrenza è arrivato anche dalla Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche, Fnopi, che aveva esplicitamente richiesto l’estensione della Giornata a tutto il personale sanitario e sociosanitario. “È un successo di tutte le professioni sanitarie e sociosanitarie: gli infermieri rappresentano il 61% delle professioni sanitarie e hanno pagato un prezzo altissimo”, ha dichiarato la presidente della Fnopi, Barbara Mangiacavalli. Come riporta il quotidiano Nurse24.it, con l’ultimo decesso comunicato il 10 febbraio 2021 dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Napoli, sale a 80 il numero di infermieri deceduti a causa di Covid-19. A questi vanno a sommarsi gli episodi di suicidio e i numeri dei contagiati, che hanno da tempo superato la quota delle 33mila unità. “È un atto che rende merito ai tanti operatori sanitari impegnati nella lotta a Covid, molti dei quali hanno anche contratto il virus, un gran numero in tutte le professioni, molti sono deceduti e mai nessuno, nonostante tutto, ha abbandonato un solo istante la prima linea e per questo è giusto che la legge li comprenda davvero tutti”, ha concluso Mangiacavalli.

Articolo Precedente

E se l’Italia diventasse la meta ideale di smart workers e nomadi digitali?

next
Articolo Successivo

Coronavirus, un anno fa qui a Lodi il nostro 11 settembre ma stavolta nelle torri c’eravamo noi

next