Da domenica 14 febbraio i Carabinieri sono impegnati nell’area costiera di Bagnara Calabra per verificare le condizioni ambientali e lavorative del porto. In azione una vera e propria task-force composta dagli uomini della locale stazione, i carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Reggio Calabria, quelli del Nucleo Subacqueo di Messina e i militari del Nucleo Ispettorato del Lavoro reggino, i quali hanno effettuato delle approfondite verifiche sulla liceità degli impieghi e delle condizioni lavorative nell’attracco di Bagnara.

Al termine di questa prima fase dell’attività di controllo, è stata posta in sequestro l’area portuale. Contesto analogo si era presentato già nel 2018, quando il porto di Bagnara Calabra, era stato sottoposto a sequestro penale dai Carabinieri sempre a seguito del riscontro di reati in materia di inquinamento ambientale.

Dalla disamina della documentazione video-fotografica prodotta dai carabinieri subacquei, è stata avanzata l’ipotesi di reato di disastro ambientale, in relazione al riscontro di rifiuti inabissati nei fondali antistanti le banchine del porto stesso. E le immagini dei fondali parlano da sole: ci sono rifiuti di ogni tipo.

“Controllare il territorio con l’obiettivo di prevenire e reprimere gli illeciti ma soprattutto tutelare il patrimonio ambientale di cui la Calabria è un esempio di ricchezza – commentano i militari -, è questo uno dei principali temi, verso cui l’Arma dei Carabinieri ripone particolare attenzione, con l’obiettivo di far emergere le numerosissime attività illegali legate all’inquinamento ambientale e al traffico di rifiuti, come avvenuto in quest’ultimo caso”.

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