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Chiara Ferragni dopo aver visto il documentario su Britney Spears: “Povera ragazza”

di F. Q.

Sta sconvolgendo l’opinione pubblica ‘Framing Britney Spears’, il documentario del New York Times con il racconto della parabola della popstar americana, dal successo planetario nei primi anni Duemila, alla sua sparizione dalle scene fino alla delicata vicenda della sua tutela, assegnata dal tribunale al padre. La pubblicazione del documentario era attesissima, soprattutto dai fan della cantante che da tempo protestano per lei con l’hashtag #FreeBritney. Quello che non ci si aspettava era la presa di posizione massiccia di vip e volti noti del mondo dello spettacolo. A incominciare da Chiara Ferragni, che nelle sue Instagram Story si è schierata in sostegno di Britney Spears, invocando giustizia per lei: “Ieri sera ho visto il documentario su Britney Spears e povera ragazza…- ha scritto l’influencer – È stata sfruttata per tutta la sua vita… e la cosa è ancora più triste perché la sua famiglia, anziché tutelare il suo interesse, pensa solo a sfruttarla ancora e ancora. Spero che possa trovare presto giustizia”, conclude invitando tutti i suoi followers a guardare il documentario.

Ma non solo. Miley Cirus ha scelto nientemeno che il palco del Super Bowl, l’evento televisivo più seguito d’America, per lanciare un messaggio d’affetto alla popstar: ha infatti cantato la sua hit “Gimme More” dedicandogliela. E poi ancora Kacey Musgraves, Bette Midler, Amber Tamblyn, Andy Cohen e Sarah Jessica Parker. “Framing Britney Spears” racconta la storia di Britney senza che lei compaia: la narrazione è affidata alle testimonianze di amici e colleghi perché alla cantante è stato proibito di partecipare. “Il fatto è che non puoi chiedere a Britney se ha bisogno di aiuto perché il tutore di Britney può limitare le sue visite, può farla controllare dalla sicurezza 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Se chiami l’addetto stampa o il manager di Britney non otterrai un colloquio”, ha spiegato a “Variety” la regista Samantha Stark.

Il documentario mette anche in evidenza il modo in cui la cantante è stata trattata dai media e sostiene il movimento ‘Free Britney’, nato anni fa come forma di mobilitazione contro la tutela della Spears affidata a suo padre. La Spears è infatti coinvolta in una battaglia legale contro il genitore che, da oltre un decennio, è amministratore delle sue finanze e la prossima udienza in tribunale è fissata per l’11 febbraio. In particolare, il film si sofferma sui 13 anni nei quali Jamie Spears ha esercitato il proprio controllo sugli affari quotidiani e sulle decisioni finanziarie della figlia.

La storia di Britney Spears raccontata nel documentario è quella di una persona sovraesposta fin dagli inizi della sua carriera, come star bambina fino alla successiva esplosione come diva pop, presentata in maniera iper-sessualizzata. Una celebrità sottoposta dai media a domande su tutto, dal suo corpo alla sua verginità. E sempre rappresentata con toni scandalistici, dai paparazzi ai fumettisti, sia nei giornali di gossip che nelle interviste televisive.

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