Mentre il solito sistema Casalino riempie di veline e false notizie (come ad esempio la ricerca di poltrone da parte di Renzi o Boschi) le redazioni dei giornali e telegiornali, la crisi di governo va avanti. Mentre il premier Giuseppe Conte, costretto a dimettersi perché senza una vera maggioranza, continua a celebrare se stesso, il Paese pian piano sta scoprendo la verità: il vuoto cosmico. Sì, il vuoto di un premier, a mio parere, senza alcuna idea e sorretto da due partiti, 5Stelle e Pd, orfani di loro stessi.

In questi ultimi giorni si sta assistendo plasticamente a quello che in molti facevano finta di non vedere, ossia, un premier che governava senza un programma da realizzare. Un premier che non affrontava mai realmente i problemi del Paese ma li nascondeva utilizzando il suo regista Rocco. E se ci pensate, mai come in questi ultimi due anni e mezzo, il responsabile della comunicazione di Palazzo Chigi è stato così importante e fondamentale: per raccontare la fiction della presidenza Conte. Ma quando sposti l’attenzione sui contenuti tutto pian piano si dematerializza.

In un Paese serio e con un sistema di informazione sano questi elementi dovrebbero essere il pane quotidiano, non il fango. In Italia invece sta accadendo diversamente.

Chi cerca di parlare di contenuti e programmi viene continuamente offeso e denigrato in ogni modo. Fino a livelli di odio personale preoccupante e pericoloso. Il tutto per cercare costantemente di sviare l’attenzione sul reale problema.

Il classico gioco delle tre carte: non si deve parlare del programma da realizzare, non si devono scoprire le fragilità del Movimento 5Stelle e del Pd, non si devono vedere le reali intenzioni di Conte, non si devono capire le vere motivazioni della crisi. Bisogna solo parlare del cattivo che ha bloccato Conte.

Le Consultazioni al Colle hanno messo fine a questo giochino: Conte, Casalino, Zingaretti, Di Maio e Bettini tutti legati dagli stessi inconfessabili interessi. Emblematico il discorso di Vito Crimi appena uscito dal colloquio con Mattarella: “Non si affrontino argomenti divisivi come il Mes”. Dalla serie: parliamo di tutto ma non di cose serie. Il succo di tutto per il Movimento e per il Pd è diventato questo: Conte e Casalino sono loro stessi il programma.

È vergognoso che ancor oggi i rappresentanti dei grillini e del Pd non abbiano idea di quale programma realizzare ma abbiano sempre e solo l’argomento Conte.
Non è possibile che sulla giustizia il Pd sia diventato giustizialista.
Non è possibile che il Pd sia diventato per il proporzionale.
Non è possibile che il Pd abbia rinunciato al Mes.
Non è possibile che il Pd abbia rinunciato alle grandi infrastrutture.
Non è possibile che il Pd non abbia più il coraggio di difendere le proprie idee.
Non è possibile morire per Conte e Casalino.
Non è possibile rinnegare i propri valori fondanti per sostenere un personaggio che secondo me è malato di egocentrismo, narcisismo e mania di grandezza e che, se formasse un proprio partito, porterà il Pd sulla soglia del 10%.

Insomma, è evidente che c’è qualcosa che non torna neanche nella pur minima logica della politica. Sullo sfondo una gestione della pandemia, a mio avviso, pessima. In questi giorni sempre più evidenti le criticità della gestione Arcuri. L’unica cosa che il Pd ha detto è stata Conte, la classica foglia di Fico non riesce a nascondere il vero problema: non esiste un programma condiviso; non esistono azioni concrete condivise; non esistono modalità condivise per governare. I muri pretestuosi dei grillini sono i soliti. E in tutto questo il più grande responsabile della crisi rimane il Pd, che non esiste più.

Insistere su queste basi non corrisponde alle vere esigenze del Paese. Insistere su Conte e Casalino è contro ogni logica. Difenderli contro tutto e tutti è preoccupante e nasconde sicuramente altre motivazioni.
E’ il tempo di pulizia e chiarezza definitiva.
E’ il tempo dei migliori e non delle finzioni.
E’ il tempo della verità e del coraggio.
E’ il tempo di una squadra e non di personalismi.
E’ il tempo non dei Conti ma dei Draghi.

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