L’indice di trasmissibilità Rt scende per la seconda settimana consecutiva. Nel precedente monitoraggio sull’andamento della pandemia era già calato sotto quota 1 (a 0,97), ma ora l’Istituto superiore di sanità certifica che è arrivato a 0,84 in tutta Italia. Il dato, calcolato sui casi sintomatici, è relativo al periodo 6-19 gennaio. I tecnici scrivono però che “l’epidemia resta in una fase delicata e un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane è possibile, qualora non venissero mantenute rigorosamente misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale”. Anche se in alcune Regioni la situazione dei contagi è in miglioramento, infatti, “il numero assoluto dei ricoverati in area critica ed il relativo impatto, uniti all’elevata incidenza impongono comunque incisive misure restrittive”.

Solo l’Umbria a rischio alto – Complessivamente, una sola Regione ha una classificazione di rischio alto (contro quattro la settimana precedente): è l’Umbria, che ha comunque un valore Rt pari a 0.96 (0.9-1.02). Ci sono poi 10 Regioni con rischio moderato (di cui una ad alto rischio di progressione a rischio alto) e 10 con rischio basso. Nel suo valore medio, l’indice Rt è inferiore a 1 praticamente ovunque. Fa eccezione solo il Molise, dove si attesta a 1,51 (con un intervallo inferiore di 1,16). Secondo i parametri fissati dal ministero, quindi, la Regione è compatibile con uno scenario di tipo 2, quindi da zona arancione. In generale si osserva un “miglioramento del livello generale del rischio”. In base ai numeri contenuti nel dossier, il ministro della Salute firmerà le ordinanze per la nuova classificazione delle Regioni.

Incidenza in calo, ma lontani da tracciamento – Oltre all’Rt, è in calo in tutta Italia l’incidenza dei contagi a livello nazionale. Negli ultimi 14 giorni è passata da 339 casi per 100mila abitanti a 289. In ogni caso, sottolineano gli esperti, “l’incidenza è ancora lontana da livelli che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti. Il servizio sanitario ha mostrato i primi segni di criticità quando il valore a livello nazionale ha superato i 50 casi per 100mila in sette giorni e una criticità di tenuta dei servizi con incidenze elevate”. Tra le Regioni l’incidenza resta molto alta in provincia di Bolzano, dove si è attestata a 582,75 ogni 100mila abitanti nel periodo 18-24 gennaio.

Meno ricoveri, forti differenze regionali – Per quanto riguarda la situazione negli ospedali, Scende il numero di Regioni/province autonome che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva o di aree mediche sopra la soglia critica (sono 8 contro le 12 la settimana precedente). L’occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è sotto la soglia critica (28%). Ma sono “forti le variazioni regionali con alcune regioni dove il numero assoluto dei ricoverati in area critica ed il relativo impatto, uniti all’incidenza, impongono comunque misure restrittive”.

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