Negli ultimi anni Gazoo Racing è diventata un’icona nel panorama motoristico internazionale: quello che nel 2007 nasceva come un piccolo team privato dedito a sovraintendere le attività motorsport della Toyota è divenuto, nel tempo, un caposaldo sempre più strettamente legato alla casa Giapponese, fino a trasformarsi, nel 2015, nella divisione sportiva della casa madre. Questo ha portato alla nascita di veicoli marchiati GR, come la nuovissima GR Yaris da 260 Cv o il coupé GR Supra, permettendo inoltre la creazione di allestimenti che strizzano l’occhio alla sportività, denominati “GR Sport”.

In quest’ottica di espansione del marchio Gazoo Racing all’interno della gamma Toyota si inserisce il C-HR GR Sport: il suv compatto è proposto con nuovi cerchi di lega, finiture esterne “piano black” e verniciature bicolore che richiamano le livree “Toyota Gazoo Racing” delle vetture da corsa. Sono inoltre stati aggiornati lo spoiler e la griglia anteriori, mentre troviamo al posteriore il badge GR Sport.

Anche gli interni sono stati rivisti: il logo identificativo è presente sul pulsante d’accensione, inciso sui battitacchi di alluminio e sullo schienale dei sedili, che sono stati rivestiti in Alcantara e pelle, dando un tocco di sportività in più e maggior sostegno al guidatore. L’atmosfera sportiva non modifica le volumetrie interne: la posizione di guida rimane soddisfacente anche per i più alti con una buona visibilità ed un’inaspettata abitabilità.

La linea molto inclinata del lunotto posteriore non incide sullo spazio riservato ai passeggeri posteriori, che possono contare su un discreto spazio verticale. Solo il bagagliaio ne risulta compromesso, soprattutto nella parte alta, nonostante i 358 litri di capienza dichiarati.

Il cuore, anzi, i cuori della C-HR non sono cambiati: sono infatti confermati i due propulsori ibridi 1.8 e 2.0 da 122 e 184 cavalli, accoppiati al cambio E-CVT a variazione continua. Diverse, invece, le tarature delle sospensioni, che ora prevedono molle più rigide del 15% all’anteriore e del 10% al posteriore. Questa modifica, associata ai generosi pneumatici 225/45R19 e a una diversa taratura dello sterzo, equivale a un maggior coinvolgimento di guida rispetto al passato. Le performance della versione più potente – scatta da zero a cento all’ora in 8,2 secondi e tocca i 180km/h di velocità massima – sono di tutto rispetto. In altri termini, l’accoppiata suv-ibrido e allestimento sportivo, che può sembrare una forzatura, trova nella C-HR una valida interpretazione.

L’allestimento GR Sport include i vetri oscurati posteriori, specchietti richiudibili elettrici e il sistema di navigazione satellitare con monitor touch-screen associato all’impianto audio JBL. Sono inoltre stati aggiornati i sistemi di sicurezza attiva che fanno parte del “Toyota Safety Sense”, con il sistema precollisione (PCS), l’assistenza alla sterzata di emergenza e il sistema di mantenimento di corsia. Non manca il cruise control adattativo, un utile supporto nei trasferimenti autostradali o extraurbani.

GR Sport è anche l’allestimento di punta del crossover nipponico e include, praticamente, tutti gli optional disponibili per C-HR. Il listino segue le aspettative: servono 37.600 euro per la motorizzazione 1.8 e 39.600 per la 2.0. Essendo entrambe ibride, si possono sfruttare gli incentivi statali e quelli della casa, che portano il prezzo finale rispettivamente a 31.600 e 32.600 euro. Non mancano, infine, le soluzioni “pay per drive”, con rate a partire da 346 € al mese e il noleggio a lungo termine “Kinto One,” a partire da 349 € al mese.

Articolo Precedente

Hyundai Tucson, la prova de Il Fatto.it – L’apparenza e la sostanza. Ibrida – FOTO

next
Articolo Successivo

Suzuki Swace Hybrid, la prova de Il Fatto.it – Non chiamatela station wagon – FOTO

next