Questo articolo non parlerà di gossip. Non entrerà nelle scelte personali di un ragazzo di 21 anni, nella sua sfera privata che tale dovrebbe rimanere (e purtroppo non lo è). Si occuperà solo di un campioncino che non gioca praticamente da due anni e rischia di diventare un enorme rimpianto, per se stesso, per la Roma e anche per la nazionale. Nicolò Zaniolo è, era, sarebbe il miglior talento del calcio italiano. Di recente nessuno ha fatto vedere le sue giocate, la sua personalità, l’esordio al Bernabeu e in azzurro ancora prima che in Serie A, i gol subito decisivi in Champions League, quei mezzi straripanti fisici e tecnici. Poi sono arrivati gli infortuni, e insieme i dubbi. Il tempo passato o presente, il modo indicativo o condizionale non dipende però soltanto dalle due terribili rotture ai crociati delle due ginocchia, che hanno fermato una carriera che sembrava in ascesa inarrestabile. In fondo sono due articolazioni diverse, e lui è giovane, tanto giovane, c’è tempo per riprendersi. È che Zaniolo, a furia di star fuori dal campo, sembra essersi perso in qualcos’altro.

Da una settimana è un chiacchiericcio continuo, una telenovela crossmediale che si snoda fra giornali, radio, social network, sulla rottura con la sua ex fidanzata incinta e il presunto flirt con la soubrette Madalina Ghenea. Non è questo il punto: è libero di fare ciò che vuole, di stare con chi vuole. Il problema è tutto il resto. Fa un’intervista (con Walter Veltroni) per annunciare il suo ritorno e raccontare quanto è maturato ma dopo tre giorni il titolo diventa la sua ex incinta. Poi arrivano le voci su un’altra gravidanza interrotta mesi fa, i pettegolezzi sulla nuova fiamma, le storie, i cuori su Instagram, le accuse della zia e le difese della mamma, le foto di lei e la smentita dell’altra, l’addio ai social. Una soap opera di bassa lega. La vera domanda non è tanto cosa stia passando Zaniolo, chiunque nella propria vita ha vissuto momenti particolari, magari turbolenti. Ma perché tutto ciò stia avvenendo sulla piazza pubblica del gossip. È come se il talento della Roma fosse salito su una giostra impazzita, da cui non riesce più a scendere, e nemmeno chi gli vuole bene lo aiuta a farlo, se pensiamo al codazzo che si è scatenato negli ultimi giorni.

Tutto ciò rischia di compromettere il suo recupero. E continuiamo a parlare solo di pallone. Perché nel calcio moderno c’è pochissimo spazio per il genio e la sregolatezza. Quasi tutti i campioni lo sono dentro, perché si costruiscono fuori dal campo. Non è spicciola morale, bigottismo da quattro soldi, ma una semplice constatazione: il calendario serrato, le pressioni incombenti non consentono distrazioni. I grandi giocatori sono pochi. L’elenco è lungo invece di quelli che si perdono per strada, soprattutto per colpa di se stessi, della propria testa: giusto per restare in Italia viene da pensare a Balotelli, a Cassano, ma sono casi diversissimi fra loro, e anche da Zaniolo, un esempio che probabilmente non ha senso fare. È solo che di questo passo Nicolò rischia di prendere quella china. Aveva già avuto qualche precedente: il castigo di Di Biagio in Under 21, poi quello di Mancini, un po’ di incomprensioni nello spogliatoio. Tutte ragazzate, bazzecole di poco conte che però cominciano a moltiplicarsi, sommarsi. E ora diventano più grandi di lui, che grande ancora non lo è diventato. Per crescere Zaniolo ha bisogno di qualcuno che lo tenga lontano dai riflettori, lo protegga e lo riporti in campo. E qui, per una volta, non parliamo solo di pallone.

Twitter: @lVendemiale

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