La fretta che si chiuda quest’anno, per noi di Domeniche Bestiali, è pari a quella di uno stopper di alzare il piede a martello contro un avversario lanciato a rete. Ma, in attesa che arrivi il 2021, e che ritornino parole sublimi come “terza categoria”, “squalifica a vita”, “intemperanze del pubblico presente”, vogliamo chiudere col botto perché ci rendiamo conto che c’è fame di domeniche davvero bestiali. La stessa fame di alcuni giocatori che, comprensibilmente, privati delle vettovaglie dalla propria società si spingono al di fuori dei tavoli di ristorante per il proprio pasto. E vedremo che nei dilettanti gli scarpini possano avere non solo usi convenzionali, fino a un vero e proprio capolavoro della cinematografia che vi farà abbandonare il mito di Cantona che alza il colletto e dice “au revoir” (e di Gene Gnocchi che parodia con “a soreta”), dei brasiliani in aeroporto o della gabbia sulla nave.

LA FAME – Tre settimane fa i giornali riportavano la notizia dei calciatori del Livorno “rimbalzati” dal ristorante perché “la società non paga”. Dopo tre settimane il giudice sportivo squalifica Nicola Barasso, preparatore atletico della squadra amaranto, per quattro giornate per aver morso ad una guancia un calciatore del Como, il capitano Crescenzi. Per Barasso (che si è scusato col Como, coi suoi tifosi e con lo stesso Crescenzi) anche 500 euro di multa. Ora viene automatico pensare: non è che lo stop ai ristoranti sia concatenato col morso di Barasso?

DATE UN OSCAR ALL’ARI – Ricordate Cantona che si alzava il colletto? Davids e company che andavano a rubare un pallone? E il Brasile di Ronaldo, Denilson ecc che metteva a soqquadro un aeroporto? Spot stupendi, ma nulla in confronto a quel che ha prodotto l’Ari, società calcistica di terza categoria abruzzese (che ringraziamo per aver concesso l’utilizzo del video) per fare gli auguri di Natale. Ideato da Renzo Tortora, ha coinvolto tutto il paese, 1146 anime in provincia di Chieti, dal sindaco al parroco, col pallone che viene colpito a volo (a volte bene, a volte meno bene), durante le fasi cruciali della vita di provincia: mentre ci si fa un birrozzo o un negroni, mentre si taglia la legna nei boschi, mentre si va a comprare il vino, mentre si prega la Madonna. Quattro minuti tutti da gustare e la sensazione che quello di Renzo e dei ragazzi gialloblù con la collaborazione della città teatina sia un vero e proprio manifesto del calcio pane e mortadella e dei paesini italiani. Quando Domeniche Bestiali sarà invitata a Hollywood per la cerimonia degli Oscar non ci saranno dubbi: voterà Ari, e per suggellare il voto colpirà un pallone al volo…facendo danni, rigorosamente.

DAJE DE TACCO E DAJE DE PUNTA – Domeniche Bestiali potrebbe ormai scrivere un manuale dal titolo “Scarpini: 1001 modi per utilizzarli” e sottotitolo “Chi ha detto che debbano per forza colpire la palla?”. Dal giovane Kruscev che la tirò agli avversari sugli spalti, a quella “orinata” dell’arbitro c’è una bibliografia ormai corposissima di usi impropri dell’attrezzo in questione. Un nuovo suggerimento lo offre Langone del Team Altamura, Serie D, squalificato perché “al termine della gara ha preso uno scarpino in mano e colpito, con lo stesso, un calciatore avversario ad una spalla”. E qui, rispetto agli usi politici o fisiologici di sopra subentra un richiamo al tradizionalismo che ricorda madri e nonne e il loro utilizzo di zoccoli e ciabatte.

SE CERCATE I LADRI, SONO NELL’ALTRA CUCCIA – La semicitazione dell’ottimo Osvaldo Bagnoli nel post Verona-Juve per un altro caso riguardante sempre gli scarpini: in Bolivia il match tra The Strongest e il Nacional Potosì è stato interrotto per alcuni minuti per un furto. Sì, un cane si è introdotto in campo e ha rubato uno scarpino a uno dei calciatori del Nacional. Pare che la particolare destrezza abbia generato sull’animale l’interesse di alcuni top club europei e italiani.

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