Il carico di 470mila dosi di vaccino anti Covid attese martedì in Italia rischia per ora di restare a Puurs, in Belgio, a causa del maltempo. Bloccato per neve. La notizia è arrivata nel pomeriggio, quando Piemonte e Liguria hanno ufficializzato lo slittamento a mercoledì delle consegne che aspettavano. E si teme che i ritardi possano riguardare l’intero lotto. Il commissario Domenico Arcuri però rassicura facendo sapere di avere avuto “conferma dalla Pfizer che le prime 469.950 dosi del vaccino, previste per l’Italia dal contratto sottoscritto dall’Unione Europea, arriveranno nel nostro Paese a partire da domani“. Insomma, la consegna nei 300 hub del Paese inizierà martedì anche se non a pieno regime, proseguirà “nella giornata del 30 dicembre e si concluderà il 31 dicembre”.

Dopo il V-Day, in tutte le Regioni il secondo carico era previsto in queste ore, ma Piemonte e Liguria hanno già ufficializzato lo slittamento. L’arrivo di 40mila dosi in Piemonte slitterà da martedì a mercoledì, mentre il presidente della Liguria Giovanni Toti ha fatto sapere che la fornitura attesa per oggi non è stata recapitata: “Pfizer ha comunicato che a causa della tempesta di neve consegnerà a Milano il 30 mattina il carico dei nuovi vaccini. Saranno a Genova entro le 14 del 30 e la vaccinazione più allargata comincerà il 31 mattina nei 14 centri”. “Ragioni logistiche legate all’ondata di neve”, spiegano dalle due Regioni dopo una riunione in videoconferenza con Arcuri.

I ritardi in Spagna e altri sette Paesi – Il gruppo farmaceutico, alcune ore prima che trapelassero i rischi di uno slittamento anche in Italia, aveva annunciato ritardi di un giorno anche in Spagna “a causa di problemi logistici” della società in Belgio smentendo le ipotesi di ritardo per l’Italia. La consegna subirà un lieve ritardo anche in altri sette Paesi. Le prime 9.750 dosi del vaccino Pfizer-BionTech sono arrivate in Spagna sabato dal Belgio in due contenitori, gli stessi che sono stati inviati a ciascuno Stato membro dell’Unione Europea per questa “prima consegna simbolica“, come spiegato questa domenica dall’amministratore delegato di Pfizer Spagna, Sergio Rodríguez. Questa prima consegna di vaccini sarà ampliata a partire da martedì con altre 350mila dosi, una quantità che verrà distribuita alla Spagna ogni lunedì per le prossime 12 settimane fino a raggiungere un totale di 4,5 milioni.

Intanto il ministro della Salute tedesco, Jens Spahn, ha spiegato che in Germania aumenteranno i centri di produzione del vaccino Biontech-Pfizer. “Stiamo lavorando insieme alla Biontech-Pfizer, affinché ci possano essere degli ulteriori centri a Marburgo e in Assia“, ha spiegato alla Zdf, la seconda rete pubblica nazionale. Biontech ha acquisito il centro di produzione di Marburgo della Novartis. E stando all’impresa tedesca serviranno adesso solo piccoli adeguamenti per partire anche in questa sede con la produzione del vaccino anticovid.

Il caso delle prime dosi – Questo primo intoppo nelle consegne segue alle polemiche proprio per il numero di dosi distribuite nei vari Stati membri dell’Unione Europea per il Vaccine Day, il primo giorno della campagna di vaccinazione. In ogni Stato sarebbero dovute arrivare le 9.750 dosi simboliche, come successo in Spagna ma anche in Italia. In alcuni Paesi, tra cui la Francia ma soprattutto la Germania, è stato però consegnato anche un anticipo delle dosi previste per la settimana cominciata oggi. Così ogni Länder tedesco si è ritrovato con le sue 9.750 dosi, per un totale di circa 150mila dosi.

Il chiarimento di Speranza – Nella serata di domenica è arrivata la spiegazione del commissario Domenico Arcuri: Berlino “ha avuto 11mila dosi. Le 150mila che gli sono state consegnate fanno parte delle forniture successive che nel nostro paese arriveranno a partire dal 28 dicembre. Non c’è alcuna discriminazione“. Un chiarimento fornito anche dal ministro della Salute, Roberto Speranza, che nella sua intervista a La Stampa in edicola oggi ha parlato di “una stupidaggine“. “Chiariamo subito un punto cruciale. Esiste un solo contratto di acquisto dei vaccini, firmato dalla Commissione Europea per conto dell’intera Unione”, spiega Speranza. La distribuzione delle dosi tra i vari Stati membri quindi “è gestita dalla stessa Commissione in base al numero di abitanti“. La nostra quota è del 13,45% del totale di tutti i vaccini che l’Ue ha acquistato. Nell’immediato però, ha aggiunto il ministro, “la distribuzione tra i singoli Stati può variare in base a fattori del tutto casuali: il giorno in cui viene fatta la comunicazione, la distanza dagli stabilimenti. Quelli Pfizer sono a Bruxelles, quindi in Germania arrivano prima che da noi. Ma la quota di dosi che spetta a ciascun Paese è fissa, per contratto”. Dunque, conclude Speranza, “non c’è chi è più bravo e ne compra di più e chi è più scarso e ne compra di meno. A regime, a noi spettano 470mila dosi a settimana e quelle saranno”.

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