Luca Zaia chiude i confini comunali del Veneto, ogni giorno, dal 19 dicembre al 6 gennaio a partire dalle ore 14. “Abbiamo già un testo, ma lo firmerò domani sera”, ha spiegato il presidente della Regione. “Le attività produttive e commerciali non chiuderanno: chi ha la serranda non la abbasserà, ma dalle 14 si lavora solo con cittadini della propria città”. Zaia ha precisato che l’ordinanza ha come obiettivo “distribuire il flusso commerciale”. A suo avviso, è “una soluzione di equilibrio che avrà le sue deroghe”. In sostanza, ha aggiunto, “si tratta di una sorta di zona arancione di scala”.

L’ordinanza è già impostata al 90%, la manderò al ministro Speranza per chiedere formalmente l’intesa” perché “è giusto che il ministro della Salute sia coinvolto, anche perché lo prevede la legge”, ha detto Zaia sottolineando che il provvedimento “tutela le libertà personali, perché non tutelarle significava fare un lockdown e lo abbiamo anche valutato. Siamo in una fase delicata delle feste: se fosse stato il 7 gennaio avremmo avuto un altro approccio”. “Non è colpa di nessuno se non si può avere un Natale libero”, ha aggiunto.

“Non so cosa farà governo, sinceramente non possiamo aspettare ancora. Oggi alle 17 avremo un’altra riunione, mi sembra di aver capito che Italia Viva sia più morbida nella linea rispetto al ministro Roberto Speranza e altri che hanno una linea più dura. Se arriverà una misura nazionale che è gerarchicamente superiore, verrà assorbita, ma nel frattempo dobbiamo metterci in sicurezza”, ha spiegato Zaia. “Non posso arrivare a lunedì e non sapere cosa succederà: abbiamo già atteso 5 giorni, non ho ancora ben capito cosa accadrà”, ha precisato in merito alle nuove misure attese dal governo per il periodo natalizio.

Il Veneto è l’unica Regione che nelle ultime settimane ha visto una crescita dei casi rispetto a quella precedente. Nel bollettino odierno della Protezione Civile saranno 4.402 i nuovi contagi registrati e 92 i decessi. Fino all’estate il Veneto era considerato un “modello” nella lotta alla pandemia. Ora è la Regione con più contagi e decessi da Covid-19, in netta controtendenza rispetto al resto d’Italia. Che qualcosa non abbia (più) funzionato, adesso, se n’è accorto anche il governatore, passato dai toni soddisfatti di un mese fa all’ultimatum a Palazzo Chigi per avere una zona rossa nazionale e nel frattempo intervenuto con la chiusura degli spostamenti tra comuni dopo l’orario di pranzo. Dalla costante classificazione in zona gialla alla carenza di Usca, fino al numero delle terapie intensive considerato “dopato” dal segretario nazionale di Anaoo Assomed: sono diversi i punti ‘oscuri’ nella gestione autunnale della pandemia.

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