“Ho visto Regeni in quell’ufficio 13 e c’erano anche due ufficiali e altri agenti. Entrando nell’ufficio ho notato delle catene di ferro con cui legavano le persone. Lui era mezzo nudo nella parte superiore, portava dei segni di tortura e stava blaterando nella sua lingua, delirava. Era steso per terra, con il viso riverso. L’ho visto ammanettato con delle manette che lo costringevano a terra”. Fabio Massimo Castaldo, europarlamentare del M5s, ha letto di fronte alla plenaria del Parlamento europeo le parole di uno dei principali testimoni che hanno assistito agli ultimi istanti di vita di Giulio Regeni.
“Questi sono i trattamenti subiti ogni giorno da migliaia di attivisti, in un Paese in cui negli ultimi anni sono state condannate a morte 3mila persone, più di 60mila arrestate e incarcerate sulla base di prove inconsistenti e processi di massa tra cui Patrick Zaki e gli altri operatori di EIPR – ha continuato Castaldo – Quanto a lungo volete restare silenti mentre un Paese con il quale abbiamo legami politici e commerciali si trasforma in un regime del terrore? È in gioco la nostra credibilità. Al Sisi deve rispettare i nostri principi, non esibire le nostre medaglie. Abbiamo un regime sanzionatorio da innescare in caso di severe violazioni dei diritti umani, non possiamo permettere doppi standard nel suo uso. Se non ora, quando? Vogliamo verità e giustizia per Giulio Regeni”.
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