Allarme rosso a Rai2, una crisi nei numeri e nei titoli. Ascolti che, pur non essendo l’unico fattore rilevante per il servizio pubblico, cominciano a far rumore. Preoccupano i vertici di Viale Mazzini e fanno traballare sempre di più la poltrona di Ludovico Di Meo (in quota Fratelli d’Italia). Successi ereditati ma soprattutto flop conclamati e mascherati. Certo non tutti possono essere messi sullo stesso piano. Tra progetti fallimentari in partenza, nati forse per ragioni politiche, e trasmissioni necessarie per il servizio pubblico. Titoli storici, esperimenti apprezzabili nel contenuto, flop inattesi. La sostanza però non cambia perché, al netto delle chiacchiere, l’auditel fornisce sentenze quotidiane.

E così le novità volute da Di Meo sembrano abbonarsi al 2%. Non ha funzionato “Seconda Linea” al giovedì sera con la coppia Giuli-Fagnani, sospeso dopo due puntate con una media dell’1,8% di share in prime time. Flop di ascolti in seconda serata per Laura Tecce con “Onorevoli Confessioni” (2%) e la brava Sabrina Giannini con “Più o meno” (1,6%). Sempre intorno al 2% si muove “Re Start” con Annalisa Bruchi. A sorpresa il “Fenomeno Ferragni” non si è rilevato tale sul piccolo schermo e l’evento in prime time a ottobre ha ottenuto ascolti a dir poco deludenti con il 3,7% di share. Dimostrazione che tv e social sono due mondi diversi che quasi mai si incontrano.

Conquista paginate e addetti ai lavori “Una pezza di Lundini“, che piace alla bolla e alla nicchia. Funziona nel suo target ma gli ascolti anche in questo caso non si allontano dal 2-3% di share. Il caso “Detto Fatto” ha portato la rete nel mirino dopo il tutorial malriuscito ma la trasmissione, complice la nuova collocazione, in media non arriva al 4%. Fa peggio Milo Infante con “Ore 14“: il vicedirettore è fermo al 2,5% di share. Stessi numeri per “Resta a casa e vinci” condotto da Giancarlo Magalli e Costantino della Gherardesca. E sarà il traino, la programmazione ritardata e incideranno altri fattori ma la fascia pomeridiana balla tra il 2 e il 4% di share, numeri a dir poco allarmanti.

A salutare l’ultima puntata di Stracult Live Show, a rischio chiusura definitiva con le polemiche del caso, c’erano 154 mila spettatori con l’1,5% di share. Le prime due puntate de “Il filo rosso” con Paola Perego hanno ottenuto il 2,5%. Una fascia spenta da anni con forte concorrenza ma il bottino auditel è troppo magro. E la fiction “L’Alligatore” naviga sul 4% non aggiungendo buonumore al direttore Di Meo.

I ma, i se, i però possono servire ai singoli ma il coro fornisce stonature. Ma c’è qualcosa che funziona? “Il Collegio” vola oltre il 10% di share, format voluto dall’ex direttrice Ilaria Dallatana, l’8% per “Boss in Incognito” già in palinsesto da diverse stagioni, il 7% di “Un’ora sola ti vorrei” di Enrico Brignano, progetto già in essere prima dell’arrivo di Di Meo. Allarme rosso. È crisi. Allarme Rai2%.

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