Il decreto Ristori quater atteso in consiglio dei ministri domenica inserirà i codici Ateco degli agenti di commercio tra quelli che hanno diritto ai contributi a fondo perduto dell’Agenzia delle Entrate. Lo anticipa in un’intervista alla Stampa il viceministro dell’Economia Antonio Misiani, che conferma come sia rinviato a gennaio l’auspicato intervento a favore di tutte le attività che hanno subito perdite di fatturato nell’ultima parte dell’anno, a prescindere dal colore della zona di appartenenza e dalla “lotteria” dei codici Ateco.

Questo “intervento di ristoro perequativo”, chiesto più volte dal Movimento 5 Stelle, dovrà attendere il prossimo anno sia perché è probabile che serva un ulteriore scostamento di bilancio sia “perché da qui a fine anno l’Agenzia delle entrate è in grado di gestire ulteriori pagamenti per un numero limitato di casistiche aggiuntive”. L’Agenzia ha concluso la predisposizione dei versamenti per le attività che avevano già avuto gli aiuti a fondo perduto in estate e ora deve iniziare a gestire le richieste di chi non aveva fatto domanda sulla base del decreto Rilancio.

Intanto iniziano a circolare le bozze del decreto, i cui contenuti sul fronte fiscale sono stati anticipati venerdì da una nota del Tesoro. Per tutti i soggetti “esercenti attività d’impresa, arte o professione, che hanno il domicilio fiscale, la sede legale o la sede operativa nel territorio dello Stato, il termine di versamento della seconda o unica rata dell’acconto delle imposte sui redditi e dell’Irap in scadenza il 30 novembre 2020 è prorogato al 10 dicembre 2020“. Solo per quelli con ricavi o compensi non superiori a 50 milioni di euro nel 2019 e che abbiano subito una diminuzione del fatturato di almeno il 33% nel primo semestre 2020 il termine è prorogato al 30 aprile 2021. Lo stesso termine varrà a prescindere dalla diminuzione del fatturato per i soggetti non interessati dagli Isa che rientrino nella lista dei codici Ateco che hanno diritto ai ristori e abbiano sede in zona rossa, oltre che ai ristoratori nelle zone arancioni. Per i soggetti che applicano gli Isa e rispettano i requisiti resta ferma la proroga al 30 aprile 2021 già prevista dal decreto Rilancio e dal Ristori bis. Problema: c’è il rischio che le attività delle regioni che domenica passeranno da rosso ad arancione non abbiano diritto allo slittamento automatico ma debbano dimostrare il calo dei ricavi.

I contribuenti in ritardo con le rate delle cartelle esattoriali avranno tempo fino al primo marzo del 2021 per mettersi in regola. Arriva poi uno stop alle ganasce del fisco e anche alle altre procedure esecutive (dal pignoramento al fermo amministrativo) se il contribuente presenterà o ha presentato una domanda per chiedere una dilazione dei propri debiti per comprovate difficoltà economiche a pagare. Il blocco non riguarderà le procedure già attivate ma scatterà subito dopo la presentazione della domanda che il contribuente farà per ottenere la dilazione.

Si estende alla data di entrata in vigore del decreto, che sarà con tutta probabilità il 30 novembre, la finestra temporale fino alla quale possono aver cessato involontariamente il rapporto di lavoro ottenendo il diritto a un nuovo bonus di 1000 euro i dipendenti stagionali del turismo e degli stabilimenti termali oltre ai lavoratori dello spettacolo. La stessa bozza di decreto prevede anche un’indennità pari a 800 euro in favore dei lavoratori impiegati con rapporti di collaborazione presso le società e associazioni sportive dilettantistiche, del Coni e del Comitato italiano paralimpico.

Non mancano alcune nuove autorizzazioni di spesa per l’emergenza: 62,2 milioni di euro per personale delle Forze di polizia impegnate nel contenimento del contagio – 48,5 milioni saranno destinati al pagamento delle indennità e 13,7 milioni per il pagamento delle prestazioni di lavoro straordinario – e 5,5 milioni per gli straordinari dei vigili del fuoco.

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