Il piano per la distribuzione e la somministrazione dei vaccini anti-Covid sarà presentato la prossima settimana da Roberto Speranza. L’annuncio è arrivato direttamente dal ministro della Salute: “Io sarò in Parlamento il 2 dicembre per presentare il piano strategico dei vaccini che stiamo costruendo – ha detto – L’Italia ha iniziato a lavorare dal mese di maggio per promuovere un’iniziativa europea nel campo dei vaccini. È stato il primo motore dell’iniziativa della Commissione europea che ha iniziato a costruire contatti con le aziende farmaceutiche che stanno sviluppando vaccini”. A differenza degli altri vaccini, il cui acquisto viene fatto a livello regionale, per l’anti-Covid “l’acquisto sarà centralizzato e gestito dallo Stato”, ha detto ancora spiegando che numerosi contratti sono stati sottoscritti “e altri saranno firmati a breve”. L’Italia – ha annunciato – avrà “il 13,65% dei vaccini già opzionati in sede europea”.

E proprio la Commissione Europea ha approvato il sesto contratto per un vaccino anti-Covid, con l’azienda farmaceutica Moderna. Il contratto prevede l’acquisto iniziale di 80 milioni di dosi per conto di tutti gli Stati membri dell’Unione Europea, più un’opzione per richiedere fino a ulteriori 80 milioni di dosi, da fornire una volta che il vaccino si sia dimostrato sicuro ed efficace. Il contratto con Moderna, annunciato lunedì da Ursula von der Leyen, amplierà il portafoglio di vaccini per i Paesi Ue, aggiungendosi agli accordi raggiunti con AstraZeneca, Sanofi-GSK, Janssen Pharmaceutica NV, BioNTech-Pfizer e CureVac. “Per i vaccini la Commissione europea ora ha contratti con sei società farmaceutiche ed i primi cittadini europei potrebbero essere vaccinati ancora prima della fine di dicembre. Finalmente vediamo una luce alla fine del tunnel”, ha detto von der Leyen al Parlamento europeo. “Gli Stati membri si devono preparare. Si parla di milioni di siringhe, di catena del freddo, di organizzare centri di vaccinazione e qualificare personale per farlo. Tutto questo va preparato. Gli Stati devono approntare la logistica per il dispiegamento di centinaia di milioni di dosi di vaccini”, ha aggiunto von der Leyen.

Le scuole, ha garantito, “restano al centro dell’attenzione del governo”. Anche nelle zone rosse, “abbiamo fatto una scelta molto chiara per tutelarle, perché riteniamo che siano una priorità assoluta e abbiamo deciso di non chiudere mai quelle primarie, fino alla prima media”. Su questo, come su tutti gli altri temi in discussione come il Natale e gli impianti sciistici, “valuteremo giorno per giorno l’evoluzione del quadro epidemiologico nazionale che esamineremo, come tutte le settimane, nella giornata di venerdì – ha proseguito Speranza – ma il quadro è molto severo e necessita della massima prudenza. Anche sulla base di quei dati faremo le successive valutazioni su tutte le questioni oggetto di dibattito”.

A proposito di leggerezze e in vista del Natale e dell’eventuale riapertura della stagione sciistica, Speranza ha ribadito che “ancora oggi ci sono limitazioni che sono inevitabili”. “Mi piacerebbe poter dire che i problemi sono tutti risolti e riaprire tutto, ma non direi la verità al Paese – ha avvertito il ministro della Salute – Non dimentichiamo quanto avvenuto in estate, quando parte del Paese ha pensato che battaglia fosse vinta – ha concluso – Stiamo vedendo in queste settimane il prezzo salato che abbiamo dovuto pagare per quanto avvenuto in quelle settimane. Non possiamo permetterci un’altra ondata a inizio 2021. Finché non avremo cure certe e un vaccino approvato, l’unica arma che abbiamo sono misure che comportano sacrifici”.

Sul modello di spesa sanitaria, il titolare della Sanità ha insistito sulla necessità di una riprogrammazione per chiudere con la stagione dei tagli: “Abbiamo presentato al Parlamento, sia alla Camera che al Senato, un piano che potrà essere finanziato con tutte le leve di cui disponiamo, con il bilancio dello Stato, il Recovery fund e il Mes, che per me è uno strumento a cui bisogna guardare con assoluta serenità. Bisogna chiudere con la stagione dei tagli e aprire una nuova grande stagione di investimenti”, ha spiegato durante un incontro organizzato Rcs Academy.

Le parole per i 37 miliardi di prestiti che l’Italia potrebbe ottenere per la sanità, attivando la linea di credito creata ad hoc per la pandemia, hanno portato alla risposta a stretto giro del premier Giuseppe Conte: “Comprendo che il ministro della Salute possa auspicare nuove risorse, il problema non è nello strumento ma nelle risorse. Già nella legge di bilancio ci sono cospicue risorse, nel Recovery Plan ci saranno cospicue risorse per il sistema sanitario. C’è un piano di rafforzamento della sanità, faremo in modo che le risorse siano adeguate”.

Articolo Precedente

Sci, Toti insiste: “Svizzera apre impianti. Il precedente dell’estate? Non è chiaro quanto abbia alimentato la seconda ondata”

next