Non bastavano gli errori e dietrofront dell’Inps sul pagamento dei contributi previdenziali per i lavoratori dipendenti e l’incertezza sulle prossime scadenze fiscali che dovrebbero essere rinviate con un nuovo decreto. In questi giorni i datori di lavoro colpiti dalle nuove restrizioni anti contagio sono anche alle prese con un altro rebus: la possibilità di chiedere la cassa integrazione per le persone assunte dopo il 13 luglio, quando la seconda ondata era lontana e ristoranti e hotel avevano visto ripartire gli affari. L’incrocio tra il decreto Agosto e i decreti Ristori, infatti, tutela quei dipendenti solo dal 16 novembre in poi, con il risultato che chi si è azzardato a incrementare l’organico sperando nella ripresa dovrà – a meno di modifiche in corsa – far fronte a qualche settimana di “buco”.
“Ho assunto un dipendente in luglio”, segnala per esempio al fattoquotidiano.it un ristoratore pugliese. Ora il locale è chiuso e avrei bisogno di metterlo in cig da inizio novembre, ma mi è stato detto che gli ultimi decreti non lo consentono perché non ho usufruito delle precedenti settimane di cassa concesse dal decreto Agosto. Quindi io in questo momento non posso pagarlo (sono ancora in attesa del ristoro dall’Agenzia delle Entrate) e lui non avrà l’ammortizzatore”. Vincenzo Silvestri, presidente della Fondazione Consulenti per il Lavoro, spiega che in casi come questo una via di uscita c’è, ma risolve il problema solo in parte: “In realtà può chiedere la cassa all’Inps anche se non ha utilizzato le settimane precedenti, ma solo dal 16 novembre”.
Come nasce questo calendario a finestre fisse, che esclude o include in base alla data di assunzione? “Il decreto Agosto permetteva di chiedere altre 18 settimane di cig tra il 13 luglio e il 31 dicembre per gli assunti prima del 13″, ricapitola l’esperto. “Il decreto Ristori ha offerto altre sei settimane per la stessa platea. Con il ristori Bis si è rimediato solo parzialmente: rientrano i dipendenti entrati in organico dopo il 13 luglio e in forza al 9 novembre, ma leggendo la Relazione tecnica sembra che possano essere messi in cassa non prima del 16 novembre”. Quindi? “Chi aveva assunto in estate – penso in particolare a turismo e ristorazione – e ha avuto un blocco o una riduzione dell’attività già in ottobre a causa dei nuovi Dpcm avrà un periodo di scopertura di qualche settimana. Subirà un danno. In un periodo così complesso si poteva evitare”. Quanto al caso specifico del ristoratore che non ha usufruito delle 18 settimane precedenti, è sufficiente che faccia domanda “ai sensi del decreto 104 (il decreto Agosto, ndr)“, assicura Silvestri, “ma anche per lui varrà la decorrenza dal 16 novembre”. La speranza è che il prossimo provvedimento in cantiere preveda un “ponte” per evitare di lasciare scoperti i lavoratori.
Dall’inizio dell’emergenza l’Inps ha versato in via diretta – esclusi quindi i casi di anticipo da parte del datore di lavoro – 14,2 milioni di integrazioni salariali per Covid. Oltre 6mila lavoratori sono ancora in attesa del primo pagamento. In più ci sono 93mila domande ancora in lavorazione. Lariforma degli ammortizzatori annunciata dal governo in estate è stata rinviata al 2021.
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