Il governatore Marco Marsilio ha deciso che l’Abruzzo sarà in zona rossa da mercoledì 18 novembre. “Abbiamo assunto la decisione di firmare un’ordinanza che applica alla Regione la disciplina contenuta nell’articolo 3 del Dpcm e cioè quella delle cosiddette zone rosse”, ha spiegato lo stesso Marsilio nel corso della visita all’ospedale San Raffaele di Sulmona. Dopo che in un primo momento era stata prevista anche lo stop alle lezioni in presenza, come in Basilicata, alla fine la chiusura totale delle scuole è stata esclusa. “Sulla scuola c’è stata una discussione molto ampia ma abbiamo ritenuto, e siamo tutti d’accordo nella Giunta e nella maggioranza, di non poter accogliere, neanche volendo farlo, la richiesta da parte del Gruppo tecnico ccientifico di chiudere le scuole di ogni ordine e grado”, ha detto Marsilio. “L’attuale disciplina di legge non consentirebbe alle famiglie di affrontare questo problema. Tenendo aperte le attività economiche e non avendo congedi parentali o bonus baby sitter, il peso che graverebbe sulle famiglie sarebbe insostenibile. Per questo, riteniamo che sia stato sufficiente un atto di responsabilità, applicando il principio di dichiarare, da mercoledì, l’Abruzzo ‘Zona rossa’”, ha spiegato il governatore.

Marsilio, di Fratelli d’Italia, ha avuto contatti nel pomeriggio con il governo nazionale sulla istituzione di una zona rossa più restrittiva di quella prevista nel Dpcm, in particolare con la chiusura totale della scuole, incontrando le resistenze della ministra Lucia Azzolina. Alla fine invece l’ordinanza di Marsilio recepisce le regole che valgono anche per le altre zone rosse, quindi la didattica a distanza dalla seconda media in poi. In caso contrario, il governo avrebbe potuto impugnare un provvedimento regionale che sarebbe stato in contrasto con una norma statale, quindi sovraordinata. All’orizzonte si profilavano anche ricorsi al Tar di cittadini e associazioni che avevano protestato nelle scorse ore per la questione legata alla conciliazione tra lavoro dei genitori e la necessità di assistere i figli che non vanno a scuola.

La decisione di una nuova ordinanza per collocare l’Abruzzo in zona rossa – attualmente la regione è “arancione” – era stata suggerita dal Cts regionale sabato 14 novembre. Infatti, di fronte al miglioramento di alcuni parametri, come l’indice Rt sceso da 1,51 a 1,34, sono arrivati altri segnali di peggioramento e in particolare la progressiva occupazione dei posti letti. Quelli di terapia intensiva hanno superato la soglia di allarme del 30% di occupazione, così come i posti in area medica. Già il report settimanale dell’Iss relativo al periodo dal 2 all’8 novembre segnalava inoltre un aumento del rapporto tra positivi e tamponi e un peggioramento delle performance sul tracciamento.

I dati di oggi – In Abruzzo sono stati rilevati 642 nuovi casi di Covid-19 e altri 11 morti. I pazienti ricoverati in reparti non intensivi sono 571 (+6 rispetto a domenica), mentre è rimasto invariato il numero delle persone che necessitano di cure intensive: 59. Sono invece 2.869 (+459 rispetto a ieri) i contagiati in isolamento domiciliare con sorveglianza attiva da parte delle Asl. Del totale dei casi positivi, 6.233 sono residenti o domiciliati in provincia dell’Aquila (+244 rispetto a ieri), 3.796 in provincia di Chieti (+58), 4.072 in provincia di Pescara (+40), 5.336 in provincia di Teramo (+290), 202 vengono da fuori regione (+5) e per 184 sono in corso verifiche sulla provenienza (+4).

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Emergency non può essere tirata per la giacchetta dalla politica

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