Una partita che verrà ricordata a lungo. E non certo per il risultato sul campo. Turchia-Croazia (che ieri sera è terminata 3-3 alla Vodafone Arena di Istanbul) è diventata infatti l’incarnazione delle paure che hanno preceduto questa sosta per le Nazionali. Tutta colpa di un episodio che ha dell’incredibile. Fra i titolari schierati in campo dal commissario tecnico croato Zlatko Dalić c’è Domagoj Vida, centrale classe 1989 che dopo qualche voce di mercato che lo voleva vicino alla Serie A si è accasato al Besiktas.

Quando le squadre rientrano negli spogliatoi, la Turchia è avanti 2-1. E Dalić decide di non far tornare in campo Vida. Al suo posto, nel cuore della difesa, c’è Filip Uremović, del Rubin Kazan. Niente di strano se non fosse per un unico dettaglio: il cambio non è legato a questioni tecniche o tattiche, ma “sanitarie”. Perché nell’intervallo del match la Federazione croata ha ricevuto i risultati dei tamponi. Le notizie non sono esattamente confortanti: Vida è risultato positivo al Covid-19. E scendendo in campo ha esposto al rischio contagio compagni, avversari e staff tecnico.

Una situazione incredibile che la Federazione croata ha provato a spiegare tramite un comunicato ufficiale: “Dopo che tutti i giocatori e i membri dello staff sono risultati negativi nel test di lunedì in vista della partita con la Turchia – si legge nel documento – mercoledì mattina è stato effettuato un altro giro di tamponi per la partita con la Svezia. La Federazione ha ricevuto i risultati dei test dopo la mezzanotte ora locale e questi mostrano la positività al Covid di Vida. All’intervallo, lo staff medico della nazionale croata ha ricevuto le prime informazioni di un risultato potenzialmente positivo. Questa è una procedura comune e un risultato ‘sospetto’ viene testato nuovamente per confermarlo. Il servizio medico della nazionale ha isolato il calciatore secondo tutte le misure epidemiologiche fino alla conferma dei risultati dei test. Vida, secondo il regolamento, trascorrerà i prossimi giorni in auto isolamento a Istanbul”.

Un pasticcio che ora rischia di trasformare una partita amichevole in un possibile focolaio. Con conseguenze spiacevoli anche per diversi club italiani. In campo, infatti, c’erano anche Badelj (Genoa), Brozovic e Perisic (Inter), Kalinic (Verona), Rog (Cagliari), Pasalic (Atalanta), Demiral (Juventus) e Calhanoglu (Milan). Ora non resta che aspettare il risultato dei tamponi nella speranza che il virus non abbia preso piede negli spogliatoi delle due nazionali.

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