Lo scenario peggiore si è realizzato. Nessuno dei segretari delle organizzazioni sindacali lo dice chiaramente dopo la sospensione del concorso straordinario per la scuola secondaria di primo e secondo grado, ma tutti i Confederali criticano la decisione di aver calendarizzato la prova a ottobre. Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil puntano il dito contro la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina che ha insistito per iniziare il concorso a ottobre dopo che, a causa delle resistenze di Pd e Leu, non era riuscita a calendarizzarla in estate. Se i sindacati parlano di caos, dal ministero cercano di tranquillizzare chi ha già svolto le prove sia chi deve ancora studiare: “Oltre il 70% dei candidati – fanno sapere dagli uffici di viale Trastevere – ha già svolto le prove che saranno corrette da remoto come prevede il decreto del presidente del Consiglio. Per chi non lo ha fatto (a questo punto una minoranza dei candidati) si è pronti a ricalendarizzare le prove a dopo il 3 dicembre”.

Una visione ottimista legata alla speranza che con i primi giorni del prossimo mese il numero dei contagi possa scendere e permettere al Paese di non avere più Regioni rosse. Dal fronte dei sindacati, tuttavia, l’Usb chiede un concorso per soli titoli per stabilizzare il personale con almeno tre anni di servizio e la Cisl Scuola chiede “di proseguire con il concorso in atto, ma di pensare ad un nuovo sistema di reclutamento sia per chi non ha potuto affrontare le prove sia per chi non supererà il concorso”. Lena Gissi, segretaria nazionale della Cisl Scuola è preoccupata: “Non so se a settembre saranno tutti in aula i candidati, ma so che non saranno sufficienti a far ripartire la scuola”. Duro Rino Di Meglio della Gilda: “Le prove del concorso straordinario, che il ministero dell’Istruzione ha strenuamente voluto iniziassero il 22 ottobre scorso nonostante l’impennata della curva epidemiologica, sono sospese a data da destinarsi. Anziché incaponirsi al di là di ogni buon senso, sarebbe stato opportuno rinviare le prove concorsuali, così da evitare disparità di trattamento tra chi, pur se tra mille ragionevoli preoccupazioni dovute alla situazione sanitaria e alle trasferte di chilometri e chilometri, ha potuto partecipare e chi, invece, ha dovuto rinunciare perché in quarantena. Quando le prove concorsuali riprenderanno, dunque, il ministero dovrà predisporre una sezione suppletiva per tutti i candidati che non hanno potuto partecipare e che ne hanno pienamente diritto”.

Una vicenda questa del concorso straordinario che è nata tra gli scontri della maggioranza e dei sindacati. La ministra Lucia Azzolina, avrebbe voluto svolgere le prove quest’estate ma Pd, Leu e sindacati erano contrari alla selezione con “le crocette” sul questionario e favorevoli invece alla stabilizzazione dei precari. I sindacati, chiedevano persino, un’assunzione per titoli.

L’accordo arrivò a fine maggio grazie alla mediazione del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: i candidati avrebbero affrontato una prova scritta presentando un elaborato, ma dopo l’estate. E così è stato, tra mille polemiche. Il Partito democratico e i sindacati a settembre hanno messo di nuovo il bastone tra le ruote alla ministra chiedendo un rinvio vista la situazione sanitaria in cui stava per precipitare il Paese. Una proposta che non ha trovato ascolto a viale Trastevere al punto che il penultimo Dpcm prevedeva di salvare il concorso per gli insegnanti ma la resistenza della Azzolina è durata pochi giorni. Anche la ministra si è dovuta rassegnare.

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