Una “collocazione autonoma” del Movimento 5 Stelle e nessuna deroga ai due mandati per parlamentari, eurodeputati e consiglieri regionali. Sono due dei punti programmatici della piattaforma presentata da Alessandro Di Battista in vista degli Stati Generali dei Cinque Stelle. Un appuntamento che l’ex deputato ritiene avere “senso” se “sapranno produrre un’agenda politica 2020-2030 che contenga soluzioni e progetti a sostegno della collettività, in particolare della classe media: i nuovi possibili poveri della fase post-pandemica”. Ma in primis resta il dato politico, dopo due governi di coalizione, prima con Lega e poi con il Pd, e l’apertura degli iscritti alle alleanze con il voto su Rousseau: “Collocazione autonoma del Movimento 5 Stelle rispetto a destra e sinistra: a prescindere dalla legge elettorale che verrà approvata il Movimento 5 Stelle, nel 2023, si presenterà da solo alle elezioni politiche”.

Alle quali, stando alla “mozione Di Battista”, non concorreranno tutti i rappresentanti eletti nel 2013 e nel 2018: “Massimo due legislature per consiglieri regionali, parlamentari nazionali ed euro parlamentari: chi ha compiuto due mandati (anche non interi) avrà la possibilità di candidarsi, una sola volta, nei comuni di appartenenza”. Non solo. Il programma di Di Battista prevede che “le nomine ministeriali degli esponenti del Movimento 5 Stelle siano – così come è stato fatto per i programmi – coordinate dal Movimento al fine di garantire la massima trasparenza e meritocrazia” e rilancia il ruolo della piattaforma Rousseau: “È il cuore del Movimento 5 Stelle: va rafforzata per continuare a diffondere ed esercitare la democrazia diretta e permettere agli iscritti di esercitare la giusta pressione sui portavoce”.

“Negli ultimi mesi ho coordinato diversi gruppi di lavoro dove hanno partecipato portavoce nazionali, europei, attivisti, esperti in varie tematiche e non iscritti al M5S. Grazie al loro contributo siamo arrivati ad un’agenda che spero vi sarà la possibilità di presentare agli Stati Generali”, annuncia su Facebook Di Battista. Tra i punti del programma la “tutela del patrimonio ambientale”, definita una “battaglia indifferibile”: “Oggi più che mai difendere l’ambiente significa difendere la Patria e proprio la difesa ambientale sarà il settore dove poter creare nuovi posti di lavoro”, scrive Di Battista.

Tra i punti dell’agenda 2020-30 figurano anche la “legge sulla Rai” affinché la politica sia “fuori dal sistema radio-televisivo nazionale” e lo “stop alle lottizzazioni partitiche per tutte le nomine pubbliche le quali devono essere improntate ai principi di meritocrazia e trasparenza e non a quelle di spartizione di potere”. Un “aggiornamento della legge Spazza-corrotti” perché la corruzione è “come il doping, ogni anno trova nuove modalità di azione” e “oggi – sostiene – il sistema corruttivo si annida soprattutto nell’assegnazione di maxi-consulenze a parenti ed amici della politica”. L’ex deputato propone anche lo “stop alle porte girevoli tra politica e sistema finanziario, magistratura e sindacato”, una “rivoluzione digitale nella Pubblica amministrazione” con l’obiettivo di “azzerare il potere discrezionale della burocrazia”. Ecco quindi un “piano nazionale dell’acciaio” da “inserire in un piano europeo incentrato sulla sostenibilità ovvero sulla creazione di mini-acciaierie distanti dai centri abitati” e “prevalentemente con aree a freddo” che prima della loro messa in funzione prevedano “valutazioni di impatto sanitario”. Ancora: “Investimenti sulla sperimentazione della produzione a H2 verde; diritto alla connettività: libero accesso alla rete per tutti i cittadini; salario minimo garantito per tutti, per dare dignità a ciascun lavoratore”.

Come priorità Di Battista elenca il “sostegno straordinario alla piccola e media impresa ed ai lavoratori autonomi a partire da una corposa riduzione del carico fiscale”, il “servizio civile ambientale”, ovvero un “programma di lavoro giovanile per la difesa del territorio”, “incentivi pubblici per chi – anche grazie alle opportunità di smart working – intende lasciare le grandi città e ripopolare i centri urbani scarsamente abitate”. E ancora: “Stop alle grandi opere inutili”, affinché “la stragrande maggioranza dei finanziamenti destinati ai lavori pubblici venga utilizzata nella grande opera che il Paese attende da anni”. Tradotto: “La manutenzione e l’ammodernamento dell’ordinario con il fine di migliorare la qualità di vita dei pendolari”. Di Battista propone anche un “progetto di car-sharing pubblico nazionale”, il rafforzamento del sisma-bonus e del super-ecobonus che vorrebbe trasformare in “strutturali” con l’obiettivo di “mettere in sicurezza il territorio nazionale dagli eventi sismici” e renderlo “sempre più efficiente ed indipendente dal punto di vista energetico”.

Tra gli altri punti chiave anche il “sostegno alle famiglie”, la “chiusura domenicale dei centri commerciale al fine di tutelare i piccoli esercizi commerciali, i centri storici, la famiglia e le attività culturali e sportive”, la “creazione dell’Iti”, ovvero un “Istituto per la Trasformazione Industriale”, che avrebbe il ruolo di “un istituto pubblico che sostenga le imprese in crisi nel processo di trasformazione/diversificazione produttiva” consentendo loro “di inserirsi in nuovi mercati”. Di Battista elenca poi come altre proposte il “sostegno alle imprese in crisi che decidono di ristrutturarsi garantendo ai lavoratori di concorrere alle gestione delle stesse (socializzazione delle imprese)”, la “creazione di una Casa farmaceutica pubblica che non abbia come obiettivo il profitto ma la ricerca scientifica e la produzione di farmaci per contrastare le malattie ‘meno redditizie’ per le grandi case farmaceutiche private”, una “riforma del sistema bancario” con la “separazione tra banche commerciali e banche d’affari al fine di tutelare il risparmio dei cittadini da rischiose operazioni di speculazione”.

Articolo Precedente

Via libera di Camera e Senato alla Nadef con le nuove cifre della finanza pubblica. Conte: “grande prova di maggioranza”

next
Articolo Successivo

Roma, il circo (mediatico) sui candidati a sindaco: dai giornalista tv ai “7 nani” del Pd

next